Recensione CUBOT KINGKONG MINI3 – Quando penso a un rugged phone vedo sempre dispositivi pesanti, tozzi e tutt’altro che tascabili. Niente di strano, in fin dei conti si tratta di smartphone pensati per resistere a urti, cadute, liquidi e sporco, e pertanto devono avere una “carrozzeria” rinforzata tale da offrire una adeguata protezione.

Ci sono però delle eccezioni e CUBOT KINGKONG MINI3 è una di queste. Lo sto utilizzando da ormai tre settimane, alternandolo a un altro smartphone di cui vi parlerò molto presto, e mi ha sorpreso in maniera decisamente positiva. Oggi dunque ve ne parlo in maniera dettagliata e vi spiego perché starebbe bene anche nelle vostre tasche.

Inaspettatamente compatto

La prima cosa che salta all’occhio sono le dimensioni estremamente compatte dello smartphone, che mi ha ricordato il Pocket di CUBOT che ho testato e recensito la scorsa estate. CUBOT KING KONG MINI3 sta tranquillamente nel palmo della mia mano, molto meglio di quanto faccia un qualsiasi altro smartphone anche un modello compatto come iPhone X.

In tasca quasi non si sente e non si vede, e questo è un grosso vantaggio, soprattutto per chi pratica sport all’aperto. Mi piace fare qualche corsetta, soprattutto nel fine settimana o al mattino presto, e in qualche occasione porto con me lo smartphone per fare qualche foto e per sicurezza, soprattutto quando vado in montagna.

CUBOT KINGKONG MINI3

Non voglio avere il mio fido Pixel 6 in tasca, una caduta o un urto potrebbe rovinarlo, e un classico rugged phone è fuori discussione. Il peso è quasi sempre superiore ai 300 grammi e l’ingombro è davvero esagerato, per cui anche messo al braccio con un’apposita custodia risulta davvero fastidioso. Questo KINGKING MINI3 invece non si sente quasi, e offre tutto quello che serve. Certo la fotocamera non è al top e non scatta foto indimenticabili, ma per qualche paesaggio è comunque più che sufficiente, anche solo per testimoniare le proprie imprese sportive.

Lo schermo da 4,5 pollici potrebbe sembrare piccolo se siete abituati ai “padelloni” attuali, ma dopo qualche ora ci si fa l’abitudine. CUBOT ha scelto un fattore di forma decisamente allungato, visto che la risoluzione è di 480 x 1170 pixel. Nonostante tutto lo smartphone è piacevole da utilizzare, le pagine web sono comodamente fruibili, anche se in alcuni casi le scritte sono decisamente piccole e la scrittura sulla tastiera virtuale non è sempre comodissima.

Mi è capitato di vedere alcuni giochi, in particolare quelli verticali, con una fascia nera nella parte inferiore, ma nella maggior parte dei casi questa risoluzione particolare non ha creato problemi. D’altro canto non si tratta di un dispositivo pensato per i gamer incalliti, pur essendo in grado di regalarvi qualche intervallo spensierato durante il giorno.

CUBOT KINGKONG MINI3

Completo, nonostante tutto

Nonostante dimensioni così ridotte (131 x 58,1 x 13,4 mm e 149 grammi di peso) CUBOT KINGKONG MINI3 non si fa mancare niente dal punto di vista tecnico. Si parte dal chipset MediaTek Helio G85, con CPU octa core a 2 GHZ e GPU ARM Mali-G52 che si difende bene anche nelle situazioni più complicate. Con 6 GB di RAM e 128 GB di memoria interna (non espandibile) anche il multitasking non è un problema e il sistema risponde sempre in maniera fluida, garantendo un’esperienza utente davvero piacevole.

Di ottimo livello la connettività, visto che manca solamente il supporto alle reti 5G. Per il resto troviamo il supporto alle reti 4G/VoLTE (con dual SIM), WiFi 802.11 ac dual band, Bluetooth 5.0, GPS, GLONASS, Galileo e Beidou ma soprattutto l’NFC per i pagamenti in mobilità. In questo modo è possibile lasciare a casa il portafoglio ma essere sicuri di avere sempre la possibilità di pagare, anche quando siete usciti in bici e vi trovate alle prese con una crisi di fame o se non avete più nulla da bere.

Manca un sistema di sblocco sicuro con impronta digitale ma potete usare i classici metodi di Android (PIN, sequenza di scorrimento) oppure affidarvi al riconoscimento col volto, che funziona in maniera davvero egregia. Alcuni dispositivi faticano a riconoscere il mio volto, visto che ho barba e occhiali, ma KINGKONG MINI3 non ha creato nessun problema in questo senso. Unito al fatto che è possibile riattivare lo schermo semplicemente alzando lo smartphone dalla scrivania, è un metodo di sblocco molto comodo, senza che sia necessario premere alcun tasto.

Decisamente basico il comparto fotografico che può contare su un sensore frontale da 5 megapixel, sufficiente per qualche selfie da postare sui social. Nella parte posteriore è presente un singolo sensore da 20 megapixel, di qualità sicuramente discreta. Con molta luce le immagini catturate sono buone, all’interno così come all’esterno, ma si sente la mancanza di un sensore aggiuntivo, magari un ultra grandangolare per foto panoramiche, ideale per chi fa attività all’aria aperta.

Ho notato una tendenza a impastare i dettagli nei panorami più ampi, mentre nelle foto ravvicinate il risultato è indubbiamente accettabile. Non aspettatevi miracoli o foto di altissima qualità, o messe a fuoco rapide (anzi, in molti casi ho dovuto mettere a fuoco l’immagine toccando lo schermo perché l’app sembra poco responsiva), ma visto il tipo di prodotto e la fascia di prezzo i risultati sono comunque apprezzabili.

Buona anche la parte audio, affidata alla sola capsula auricolare posta nella parte alta dello schermo, che non distorce i suoni e riesce a riprodurre in maniera più che sufficiente la musica. Mancano ovviamente i bassi e i medi non sono particolarmente corposi, ma nel complesso è possibile ascoltare musica a volume alto senza problemi.

In conclusione

Al netto dei limiti di cui vi ho parlato, sostanzialmente legati al comparto fotografico, CUBOT KINGKONG MINI3 è un rugged phone perfetto per chi pratica sport all’aperto e vuole un dispositivo da portare con sé per ogni evenienza. Il peso è contenuto, le dimensioni pure, se vi dovesse cadere dalle tasche non si rovinerà particolarmente, e al prezzo a cui viene proposto su AliExpress, poco più di 150 euro, è da portarsi a casa senza pensarci troppo.