Recensione CUBOT Pocket – La dimensione media dello schermo degli smartphone è in costante crescita da qualche anno, tanto che ormai definiamo compatto un dispositivo con uno schermo inferiore ai 6 pollici. Ricordo ancora come un guru come Steve Jobs avesse ben chiara la dimensione ideale per uno smartphone fissandola a 3.5 pollici.

Le cose sono poi andate in maniera decisamente diversa, tanto che ormai i top di gamma hanno schermi di dimensioni superiori ai 6,7 pollici, ma non mancano aziende che provano a cambiare le carte in tavola, portando sul mercato dispositivi che provano a rompere gli schemi. È il caso di CUBOT Pocket, uno smartphone che mi sta accompagnando da qualche settimana e del quale oggi vi parlo in questa recensione.

Caratteristiche tecniche

Il primo impatto con CUBOT Pocket è decisamente particolare, essendo molto più piccolo di uno smartphone “normale”. Misura appena 119 millimetri di altezza e 58 di larghezza, mentre pecca sicuramente in spessore con i suoi 12,5 millimetri. Un peccato veniale dovuto alla necessità di trovare spazio sufficiente per alloggiare l’elettronica ma anche la batteria. Qui sotto lo vedete confrontato con alcuni dispositivi relativamente grandi come Pixel 6 e Samsung Galaxy S10 Plus, ma anche con uno smartphone più compatto come iPhone X.

La scheda tecnica non è niente di straordinario e va a collocare questo CUBOT Pocket nella fascia bassa del mercato. Si parte quindi da uno schermo da 4 pollici con una risoluzione qHD+ (540 x 1080 pixel), un dato che sulla carta può sembrare basso ma che è decisamente adeguato, viste le dimensioni dello schermo.

Utilizzando lo smartphone ci si rende conto che la risoluzione è corretta, visto che permette di leggere correttamente i contenuti a schermo, rendendo quasi impossibile distinguere i singoli pixel. Buona la luminosità massima che garantisce una visibilità accettabile anche sotto la luce diretta del sole, mentre la luminosità adattiva è decisamente rivedibile, visto che funziona in maniera decisamente rivedibile.

A spingere lo smartphone troviamo un chipset Unisoc Tiger T310, con CPU Quad Core a 2 GHz e GPU PowerVR GT7200, che si comporta in maniera più che accettabile. Se con le applicazioni più esigente, come i giochi, mostra inevitabilmente il fianco, nell’utilizzo di tutti i giorni si dimostra più che sufficiente. Dimenticatevi ovviamente le prestazioni di un top di gamma, tutto avviene con qualche piccolo ritardo, i tempi di apertura delle app sono superiori alla media, anche lo scrolling delle pagine web non è il massimo della fluidità, l’esperienza d’uso rimane sempre nei limiti dell’accettabilità.

CUBOT ha affiancato al chipset 4 GB di RAM e 64 GB di memoria interna, che può essere espansa di altri 128 GB utilizzando lo slot microSD condiviso con il secondo slot per la nano SIM. Di buon livello la connettività, che include il supporto al WiFi (solo a 2,4 GHz), Bluetooth 5.0, GPS (con A-GPS) ma soprattutto NFC per i pagamenti in mobilità che trasforma questo piccolo smartphone in un portafogli tascabile.

CUBOT merita un plauso per aver utilizzato un connettore USB Type-C per la ricarica della batteria: troppo spesso ho visto soluzioni economiche dotate di una porta microUSB, ormai decisamente anacronistiche. Decisamente ridotto il comparto fotografico, ma anche in questo caso le dimensioni hanno impedito di inserire più di un sensore al posteriore.

Ecco dunque che troviamo un singolo sensore da 16 megapixel, senza alcun sensore ausiliario, mentre nella parte frontale è stato inserito un sensore da 5 megapixel, senza sfruttare fori o ritagli nello schermo. La qualità delle foto scattate con CUBOT Pocket è decisamente altalenante, soprattutto a causa della lentezza dello scatto.

È particolarmente difficile scattare foto a fuoco di soggetti ravvicinati, mentre con i paesaggi le cose diventano più facili. è sostanzialmente inutile di notte, vista l’assenza di qualsivoglia algoritmo in grado di migliorare la luminosità, e nel complesso c’è una marcata tendenza a impastare i dettagli, che troppo spesso non sono a fuoco.

La natura chiaramente economica dello smartphone ha portato alla mancanza dell’ottimizzazione delle cornici, 15 millimetri sia nella parte alta che in quella bassa. Se CUBOT avesse fatto uno sforzo maggiore avrebbe indubbiamente potuto scendere sotto i 100 millimetri realizzando un dispositivo più unico che raro.

Peccato anche per la presenza di Android 11, che difficilmente sarà aggiornato ad Android 12: ancora una volta i brand minori perdono l’occasione di affrancarsi dalle vecchie abitudini, che li vedono offrire versioni obsolete del sistema operativo e pochi aggiornamenti software.

A proposito di software, Android 11 è proposto in versione stock, senza alcun bloatware ad appesantire il sistema e senza alcuna personalizzazione. Troviamo solo le classiche app di Google che accompagnano l’installazione classica di Android e un’icona per aprire rapidamente le impostazioni della home page, che non presentano funzioni particolari.

Prestazioni

Come anticipato CUBOT Pocket non è un fulmine di guerra, anche se non finisce mai in situazioni imbarazzanti. Non si blocca, esegue tutto quello che gli viene richiesto, solo che lo fa con i tempi dettati da una dotazione tecnica limitata. Questo significa tempi dilatati per il primo avvio delle app, navigazione spesso scattosa, tempi molto lunghi per scattare una foto tanto da poter scordare qualche scatto rapidissimo e giochi non sempre fluidi, pur rimanendo sempre accettabile.

Certo dovrete scordarvi i giochi più frenetici, le applicazioni più complesse, ma potete guardarvi un video su YouTube o un film salvato nella memoria interna (magari scaricato da uno dei tanti servizi di streaming disponibili, senza particolari problemi. A questo proposito, ricordatevi di utilizzare un paio di cuffie, wireless visto che manca la presa per le cuffie da 3,5 mm, perché non è presente uno speaker. L’audio proviene dalla capsula auricolare e nel complesso non è malaccio, ma scordatevi di ascoltare musica o di guardare un film e avere una qualità sufficiente.

D’altro canto CUBOT ha dovuto fare i conti con pochissimo spazio a disposizione, viste le dimensioni estremamente compatte, e ha dovuto operare alcune scelte per riuscire a offrire comunque un’esperienza positiva. Va detto che in questi giorni particolarmente caldi lo smartphone ha la tendenza a scaldare parecchio, pur senza arrivare mai a livelli preoccupanti, ma anche in questo caso è uno degli effetti collaterali di un dispositivo estremamente compatto.

Se siete disposti a passare sopra a tutto questo e non avete particolari aspettative da uno smartphone, allora CUBOT Pocket saprà di sicuro darvi tante soddisfazioni, soprattutto perché è un dispositivo compatto che trova spazio anche nelle tasche più piccole, nelle pochette o nelle borsette più compatte senza mai risultate ingombrante.

Autonomia

La batteria da 3.000 mAh potrebbe sembrare piccola, con i produttori che tendono a montare batteria da almeno 4.500-5.000 mAh, ma era decisamente difficile fare di meglio viste le ridotte dimensioni dello smartphone.

Le premesse non sembrerebbero deporre a favore di un’autonomia particolarmente elevata, ma qui devo dire che i componenti installati fanno la loro parte, visto che non sono particolarmente esosi dal punto di vista energetico. Pensavo che avrei fatto fatica ad arrivare a sera con una singola carica, ma questo si è verificato solamente con un grosso impegno, giocando per almeno 6 ore di fila nel corso di una afosa domenica.

Con un utilizzo più realistico invece non ho fatto particolarmente fatica ad arrivare a due giorni di utilizzo, mentre con un uso più intenso, che include GPS, telefonate, navigazione con lo schermo acceso per almeno 6 ore, sono sempre arrivato a sera con un buon 15% di carica residua, un risultato che posso definire assolutamente positivo.

Manca una ricarica rapida, in confezione è presente un carica batterie da 10 watt, ma nel complesso in circa due ore la batteria è completamente carica, qualcosa meno se partite da un 15-20%. Basterà mettere in carica CUBOT Pocket ogni sera per essere sicuri di trovarlo carico e pronto all’uso al vostro risveglio.

In conclusione

Cosa dire dunque di questo CUBOT Pocket? Sicuramente è uno smartphone particolare, che potrà ritagliarsi una propria nicchia tra quegli utenti che vogliono la compattezza a tutti i costi. Può essere una soluzione interessante se praticate sport e non volete portare con voi un telefono ingombrante ma volete comunque poter essere raggiungibili, o comunque in grado di fare una telefonata in caso di necessità.

Un ottimo muletto quindi da usare al mare, per lo sport, mentre vi allenate in palestra e volete qualcosa di piccolo e leggero. Adeguando le pretese alle sue possibilità saprà sicuramente darvi numerose soddisfazioni. Io l’ho utilizzato diverse volte durante qualche pedalata o corsa, proprio perché è compatto e leggero e non crea particolari fastidi in tasca, sia per ascoltare musica che per tracciare i miei allenamenti o per avere la possibilità di scoprire nuovi itinerari aprendo un software di gestione mappe.

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