Durante la nostra prova di Pixel 6 Pro effettuata da Mikhael, tra le tante note di merito del nuovo flagship di Google, sono emersi dei bug e una scarsa ottimizzazione. Non il massimo per uno smartphone prodotto da Google, colosso leader nel software e nel mondo dell’intelligenza artificiale. Fortunatamente però, nel giro di un mese, è arrivato il Feature Drop di Dicembre che porta tanti bugfix e alcune nuove funzioni.

Abbiamo installato l’ultimo aggiornamento disponibile su Pixel 6, lo abbiamo provato ancora per qualche giorno per arrivare a questo momento senza più scusanti. Ecco la recensione del nuovo Google Pixel 6 che arriverà in Italia nella prima metà del 2022.

Video recensione di Google Pixel 6

Design & Ergonomia

Google Pixel 6 design

Google ha disegnato uno smartphone che sembra arrivare dal futuro, c’è quella camera bar che lo rende unico e distinguibile senza perdere quel look umano e accogliente dei device Made by Google. Pesa 207 grammi e si sentono tutti, ma contribuiscono a restituire quella sensazione premium derivata dalla combo di Gorilla Glass 6 per il retro, Victus per il frontale e il profilo in alluminio nero.

C’è il supporto alla ricarica wireless (anche quella inversa), non manca la certificazione IP68 e come metodo di sblocco c’è il tanto discusso sensore di impronte digitali sotto al display che, finalmente, con l’aggiornamento di Dicembre è diventato molto più veloce e preciso nella lettura. Resta comunque più lento di altri device ma non è il caso di farne un dramma.

Nonostante la scivolosità, le dimensioni e il peso non proprio contenuto, Pixel 6 risulta comunque maneggevole e abbastanza ergonomico. La camera bar offre un punto di appoggio in più e lo rende, inoltre, stabile su una superficie piana. Nota di merito per il display flat, per la curvatura degli angoli meno stondata del solito e per la costruzione precisa. Da notare come le sezioni curve della camera bar siano in plastica e non in un unico strato di vetro, il tutto per ridurre al minimo i punti deboli e problemi strutturali.

Google Pixel 6 display

Il display è soddisfacente su tutti i fronti, non ha problemi di aloni verdi su schermate particolari a bassa luminosità. Tecnologia OLED HDR, diagonale da 6.4” con aspetto di forma 20:9, risoluzione FullHD+ e refresh rate a 90 Hz.  Il display si vede benissimo sotto la luce del sole grazie alla modalità high brightness che si attiva automaticamente. Un peccato, sarebbe stato bello avere un toggle per attivare il boost di luminosità, contrariamente c’è un toggle per attenuarla ancora di più.

Non ci sarà il jack audio ma il buon Pixel 6 è assolutamente una macchina multimediale più che convincente, la sezione audio è curata quanto il display con due speaker che offrono una discreta separazione con una qualità audio di alto livello con alti, medi e bassi presenti e ben identificabili. Il volume massimo non è dei più alti mai ascoltati ma non distorce mai ed in fondo, la qualità c’è.

Funzionalità

Google Pixel 6 AI

Andiamo rapidi sulla connettività che c’è tanto da dire su questo Pixel 6. Presente il Wi-Fi 6e, il Bluetooth 5.2 a doppia antenna per una connessione più solida, ogni tipo di GPS e anche il supporto alle reti 5G. Google Pixel 6 è anche un telefono, buonissima qualità di conversazione con toni caldi e naturali e soprattutto con degli algoritmi di soppressione del rumore per il microfono davvero notevoli.

Ecco una delle parole magiche di questo Pixel 6, algoritmo, intelligenza artificiale, machine learning e software. Detta come va detta, spesso si sente parlare di intelligenza artificiale di qua, di là e poi si utilizza il Pixel 6 e non si trova niente di diverso. Vero, non è semplice notare cosa Google voglia fare con i suoi smartphone ma lo smartphone non può solo essere considerato un contenitore di app, in particolare a fine 2021, inizio 2022.

Qualche esempio. Pixel 6 con l’aggiornamento di Dicembre sblocca una funzione vitale nel vero senso della parola, il riconoscimento degli incidenti stradali. Far fare una cosa del genere al Pixel 6, nel totale rispetto della privacy e soprattutto senza cadere in facili e pericolosi errori, richiede un discreto lavoro di intelligenza artificiale da parte di Tensor con il content hub per il machine learning che lavora costantemente. Il content hub di Tensor non serve solo per capire automaticamente che canzoncina stiamo ascoltando in auto e mostracela nella lockscreen, serve per capire cosa accade attorno lo smartphone.

Da qualche settimana poi, è possibile far rispondere ad una telefonata direttamente Assistant e leggere la trascrizione della conversazione. Ci sono, inoltre, le note vocali potenziate, c’è il suggerimento di traduzione istantanea davanti ad un messaggio in un’altra lingua. Ancora il riconoscimento di immagini, testo e link dalla preview del multitasking oppure la gomma magica che può sembrare marketing o semplice da fare ma che richiede a Tensor un notevole sforzo per capire cosa c’è dentro quell’immagine, eliminare l’indesiderato e ricostruire il resto con un tap.

Google ha creato il suo SoC Tensor sulle sue richieste specifiche in ambito AI anche per rendere Pixel 6 sempre fluido negli anni e per renderlo già pronto ai futuri scenari di utilizzo che magari oggi non esistono ancora.

Prestazioni

Google Pixel 6 prestazioni

Dal punto di vista tecnico, il Tensor è composta da una CPU Octa Core composta da 2 big Core X1, 2 medium Core A76 e 4 small Core A55, una GPU a 20 core, una TPU per il machine learning, il Content hub per il machine learning a ridotte risorse energetiche, poi c’è l’immancabile ISP per la fotografia computazionale e il Security core per il Titan M2. Nota di merito per il Security core che si interfaccia con il chip Titan M2 esterno al SoC Tensor per aumentarne la sicurezza.

Tornando alle cose pratiche, questo Google Tensor come fa girare il Pixel 6? Bene, dannatamente bene. Android 12 con l’interfaccia Material You è super piacevole da utilizzare. Tutto scorre in maniera rapidissima, c’è una fluidità di sistema quasi perfetta, non si vede mai un frame perso per strada eppure il sistema è ricco di animazioni, feedback aptici e suoni di sistema da far impallidire anche il più maniaco delle finezze estetiche.

Non c’è un singolo frangente dove questo smartphone possa mostrare il fianco e non dovrebbe fare notizia, tutti gli Android di fascia alta vanno benissimo ma il Pixel 6 restituisce una sensazione di consistenza nelle prestazioni invidiabile. Non solo, la sensazione di consistenza c’è anche nell’impatto grafico del Material You con nuovi widget, il nuovo motore dei temi che pesca i colori dello sfondo, le applicazioni di sistema che seguono il tema principale e tanti altri piccoli dettagli.

Il Tensor nei benchmark se la gioca con lo Snapdragon 888 e A15 Bionic. In qualche ambito fa meglio, in altri fa peggio ma è stata Google stessa a dire che la sua prima generazione di SoC non avrebbe primeggiato nei benchmark ma si sarebbe concentrata molto di più sulle potenzialità dell’AI. Qualcosa di queste potenzialità si intravede già adesso, altre arriveranno in futuro. Riassumendo, la potenza del chip Tensor basta e avanza per i carichi di lavoro di oggi, in teoria dovrebbe esserlo anche per quelli di domani.

Fotocamera

Google Pixel 6 fotocamera

Nella camera bar sul retro sono stati rinnovati tutti i sensori. Ora c’è un bel sensore 1/1.31″ da 50 megapixel f/1.8 grandangolare con field of view di 82° e un ultra grandangolare da 114° con correzione delle distorsioni da 12 Megapixel f/2.2. A differenza del 6 Pro, sul Pixel 6 non c’è una lente dedicata allo zoom ma con la funzione Superes zoom si riescono ad ottenere ingrandimenti accettabili fino a 4x, più in là si nota la perdita di qualità.

Complessivamente si ha la sensazione che Google non abbia ancora calibrato benissimo i suoi algoritmi ai nuovi sensori, anche analizzando i file RAW si h la stessa sensazione, ottimi file grezzi che poi vengono elaborati non in maniera perfetta. In ogni caso, Pixel 6 è tra i migliori camera phone sul mercato e forse per chi vuole scattare senza troppi pensieri, è il migliore con funzioni come face unblur per evitare i volti sfocati, top shot per scegliere lo scatto migliore e la gomma magica che in alcuni contesti è utilissima. Ecco gli scatti di Google Pixel 6 (immagini ridimensionate):

Pixel 6 scatta benissimo in ogni condizione di luce, lo fa bene in piena luce, contro luce, in ambienti con luci artificiali, in condizioni di scarsa luminosità o in situazioni estreme e movimentate. Insomma c’è la solita affidabilità nella raccolta dei ricordi che, da sempre, un Pixel riesce a dare. Come al solito bene la fotocamera frontale da 8 Megapixel f/2.0 che regala ottimi selfie con il classico look contrastato. Resta però un po’ di amaro in bocca, forse si è semplicemente troppo condizionati dalla tradizione della Google Camera ma con un hardware del genere, si poteva fare ancora di più.

Stessa sensazione in ambito video, bene ma non eccezionale il 4K a 60 fps, molto ben fatte le varie modalità di stabilizzazione ma dalla presentazione Google sembrava che finalmente un Android potesse competere lato video con un iPhone e invece nulla.

Batteria & Autonomia

Google Pixel 6 batteria

Anche la durata della batteria da 4614 mAh è influenzata da algoritmi vari tant’è che nei primi giorni di utilizzo sembrava avere una durata appena sufficiente. In realtà dopo un mese di utilizzo, grazie alla funzione batteria adattiva, il Pixel 6 ha studiato il modo di utilizzare lo smartphone ed ha ottimizzato la gestione delle risorse energetiche.

Dopo questo periodo di adattamento l’autonomia è assolutamente soddisfacente ed anche se è sbagliato quantificare in ore di display, si arriva tranquillamente in un range che va dalle 6 ore fino alle 8 ore di schermo acceso. Peccato che la ricarica rapida sia solo a 30 W, quella wireless di ferma a 23 W, almeno c’è la funzione di ricarica adattiva che porta pian piano lo smartphone al 100% durante la ricarica notturna prima del suono della sveglia.

In conclusione

Google Pixel 6 prezzo

Il Pixel 6 così come il 6 Pro, non è lo smartphone perfetto. Si potrebbe star qui a discutere sul concetto di perfezione e sul perché dopo tanti anni ad osservare il mercato degli smartphone, quelli riusciti veramente bene si contino sulle dita di una mano. Con le critiche siam andati giù pesanti verso il 6 Pro, Mikhael ha sottolineato che una mancata ottimizzazione sotto più fronti è parecchio fastidiosa su un device da 900 Euro.

Google Pixel 6 però costa meno, molto meno. Al momento non è ancora disponibile in Italia ma il suo listino in giro per l’Europa è di 649 Euro. Nella speranza che questa cifra venga confermata anche per il nostro Bel paese, considerato l’impatto positivo del Feature Drop di Dicembre, non si può far altro che consigliare Google Pixel 6 ad occhi chiusi.

Le prestazioni sono ottime, la combo Android 12 + Material You è quello che mancava sui Pixel, la durata della batteria è più che convincente ed in fondo, la fotocamera è sempre lì al vertice che se la gioca con smartphone che costano molto più di lui. Il tutto senza mettere in secondo piano la tematica dell’intelligenza artificiale, del suo certo miglioramento nel tempo, proprio come un buon vino.

Tralasciando l’importanza storica di questo Pixel 6, primo smartphone full Google dalla camera frontale alla porta USB-C passando per il cuore Tensor, è chiaro che è un device con un’anima, con un idea alle spalle. Pixel 6 è stato pensato bene e posizionato in maniera adeguata sul mercato. A dirla tutta la promo di preorder con le cuffie Bose in regalo sembrava quasi un furo legalizzato. Ironia a parte, Pixel 6 è uno smartphone riuscito ed è anche uno dei migliori da mettere in tasca ad un prezzo onesto.

Disponibile su Amazon a poco più di 700 Euro.

Pagella

9.0
Design
8.5
Funzionalità
9.2
Prestazioni
8.0
Fotocamera
8.0
Batteria
8.5