La crisi climatica è un problema di fondo che sempre più sta divenendo centrale nelle nostre vite. Nonostante gli anni della pandemia abbiano parzialmente distolto lo sguardo del pubblico dalle problematiche ad esso connesse, il riscaldamento globale comincia ad influenzare in modo concreto le nostre normali attività e la politica sembra ormai aver preso consapevolezza dell’urgenza di alcune decisioni. In questo scenario l’Unione Europea si sta muovendo con determinazione per promuovere una crescita sostenibile e rispettosa del pianeta e delle persone, con obiettivi ambiziosi su energia ed economia circolare.

A partire dal 2020 una delle discussioni del Parlamento europeo riguarda le batterie, un componente fondamentale per molte delle tecnologie che sfruttiamo ogni giorno, dagli smartphone alle auto elettriche, passando per elettrodomestici, bici e micro mobilità. Recentemente però ha fatto rumore uno dei risvolti del nuovo regolamento, che una volta approvato obbligherebbe i produttori di smartphone a prevedere batterie rimovibili e più facili da sostituire. Andiamo con ordine e priviamo a fare chiarezza sulla genesi e le conseguenze di tale decisione.

Video: torneranno davvero le batterie rimovibili?

Il nuovo regolamento sulle batterie e batterie esauste

Nel dicembre 2020, la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento sulle batterie legata al Green Deal e al piano d’azione per l’economia circolare. L’intenzione della Commissione era quella di abrogare la normativa del 2006 sostituendola con un regolamento più moderno incentrato su tre obiettivi: rafforzare il funzionamento del mercato interno, promuovere un’economia circolare; e ridurre gli impatti ambientali e sociali in tutte le fasi del ciclo di vita della batteria.

A inizio 2022 la commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) ha esaminato la proposta di regolamento ed ha rilanciato con obiettivi ulteriormente ambiziosi la prima proposta. Dopo alcuni incontri negoziali arriviamo al 9 dicembre 2022, quando il Consiglio Europeo e il Parlamento hanno ottenuto un accordo provvisorio sul nuovo regolamento, che a questo punto dovrà comunque ancora essere approvato formalmente prima dell’entrata in vigore. Vediamone i tratti salienti.

  • Le norme concordate riguarderanno l’intero ciclo di vita delle batterie, dalla progettazione alla fine del ciclo di vita e si applicheranno a tutti i tipi di batterie vendute nell’UE: batterie incluse nei dispositivi portatili, batterie SLI (che forniscono energia per l’avviamento, l’illuminazione o l’accensione dei veicoli), batterie per mezzi di trasporto (LMT) (che forniscono energia per la trazione a veicoli su ruote come scooter elettrici e biciclette), batterie per veicoli elettrici (EV) e batterie industriali.
  • Per le batterie industriali con capacità superiore a 2kWh, batterie LMT e batterie EV sarà necessaria una dichiarazione e un’etichetta informativa sulla carbon footprint
  • Tre anni e mezzo dopo l’entrata in vigore della normativa, le batterie portatili negli apparecchi devono essere progettate in modo che i consumatori possano rimuoverle e sostituirle facilmente da soli.
  • Le batterie dovranno riportare etichette e codici QR con informazioni su capacità, prestazioni, durata, composizione chimica e simbolo della raccolta differenziata
  • Le batterie LMT, quelle industriali e quelle EV dovranno essere dotate di passaporto digitale
  • Gli obiettivi di raccolta sono fissati al 45% entro il 2023, al 63% entro il 2027 e al 73% entro il 2030 per le batterie portatili, e al 51% entro il 2028 e al 61% entro il 2031 per le batterie LMT;
  • I livelli minimi di cobalto recuperato (16%), piombo (85%), litio (6%) e nichel (6%) dai rifiuti di produzione e di consumo devono essere riutilizzati nelle nuove batterie
  • Tutti i rifiuti di LMT, EV, SLI e batterie industriali devono essere raccolti gratuitamente per gli utenti finali, indipendentemente dalla loro natura, composizione chimica, condizione, marca o origine
  • Entro il 31 dicembre 2030 la Commissione valuterà se eliminare gradualmente l’uso di batterie portatili non ricaricabili di uso generale
  • I produttori saranno tenuti a sviluppare e attuare una cosiddetta “politica di due diligence“, coerente con gli standard internazionali, per affrontare i rischi sociali e ambientali legati alla approvvigionamento, trasformazione e commercializzazione di materie prime e materie prime secondarie

Cosa cambia per gli smartphone

Abbiamo visto che il regolamento porti una serie di cambiamenti importanti per tutto ciò che riguarda le batterie, c’è però un punto che ci interessa in modo particolare poiché disciplina l’utilizzo di batterie su dispositivi portatili, tra cui proprio gli smartphone. Andando a leggere la proposta di regolamento emergono ulteriori dettagli interessanti.

Riportiamo nell’immagine a seguire l’articolo 11, con relativo emendamento che è stato apportato dopo l’intervento della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI).

testo regolamento europeo batterie

E’ bene ricordare che finché non ci sarà il testo definitivo è impossibile dare un giudizio completo sulla normativa, anche perché come si può intuire dal testo dell’emendamento, l’utilizzo di determinate parole può andare a cambiare significativamente il modo in cui la legge verrà applicata. La revisione dell’articolo non lascia molto spazio all’interpretazione: le batterie dovranno poter essere rimosse e sostituite dall’utente finale in modo semplice e sicuro, utilizzando strumenti comunemente disponibili.

Come potrebbero cambiare gli smartphone

Tre anni e mezzo dopo l’entrata in vigore della norma, questo è il tempo che avranno i produttori per immaginare e mettere a punto smartphone con batteria sostituibile. Un ritorno al passato in qualche modo, che sarà tutto da interpretare considerando gli sviluppi tecnologici che ci sono stati negli ultimi anni. Attualmente infatti i nostri dispositivi sono sigillati in fabbrica, viene fatto abbondante uso di colla che tiene insieme la cover posteriore, il telaio e il display. Persino gli smartphone impermeabili non hanno guarnizioni lungo i bordi ma solo in corrispondenza di griglie e porte, per non parlare delle batterie che sono letteralmente incastrate nella loro sede e tenute in posizione da potenti nastri biadesivi.

Progettare batterie sostituibili significa dover riprogettare completamente il device, rivedere l’utilizzo dei materiali, ricorrere a guarnizioni e prevedere connettori di facile accesso per il collegamento dei moduli batteria.

I vantaggi delle batterie sostituibili

I vantaggi dell’avere batterie rimovibili sono semplici da immaginare: uno dei componenti che più risente dell’usura si potrà rimpiazzare facilmente, il telefono rimarrebbe quindi potenzialmente più a lungo con l’utente, che non dovrà farsi carico di costi elevati per la sostituzione ricorrendo all’assistenza (sapevate che Apple ha appena alzato i prezzi per sostituire la batteria degli iPhone?). Il degrado della batteria non interessa solo l’autonomia, le prestazioni vengono colpite in modo diretto, ma tutti i componenti in realtà non funzionano al meglio se la batteria è “stanca”. Sostituirla quindi potrebbe essere un vero toccasana per riportare lo smartphone ai fasti dei primi giorni.

Largo alle idee, meglio se buone! Nel momento in cui i costruttori fossero obbligati ad adottare batterie rimovibili allora si potrebbe innescare una gara alla soluzione migliore: immaginate batterie da usare come cartucce, che si possono sostituire al volo con una scorta sempre carica da portarsi dietro, un po’ in stile action cam. Pensate a come potrebbe cambiare il design degli smartphone, che verosimilmente saranno anche costruiti meglio, con guarnizioni, viti e incastri come una volta, magari ci sarà spazio per un dispositivo modulare come lo era stato LG G5.

Infine ovviamente i vantaggi sarebbero quelli di una maggiore sostenibilità ambientale ed etica, meno spazzatura, maggiore riciclo di materiali e materie prime, più facile differenziazione dei rifiuti, migliore tracciabilità del prodotto in tutto il suo processo produttivo.

Gli svantaggi delle batterie sostituibili

Gli svantaggi dell’avere una batteria sostituibile sono tutti riassumibili entro la necessità di rivedere quasi completamente la struttura del dispositivo. Deve esserci una back cover rimovibile con viti o incastri in plastica, un meccanismo per scollegare facilmente la batteria, un alloggiamento delle celle con un po’ di tolleranza per poter incastrare la batteria, insomma, gli smartphone per come li conosciamo oggi potrebbero cambiare.

A risentirne maggiormente saranno di sicuro i pieghevoli, che per forza di cose hanno design in cui ogni mm conta, ma anche i vari device super sottili dovranno necessariamente “incicciottirsi”. Crediamo che i vari produttori abbiano i mezzi per trovare soluzioni, ma probabilmente in una prima fase vedremo smartphone dall’aspetto un po’ vintage, soprattutto quelli che vogliono ottenere la resistenza ad acqua e polvere.

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L’altro aspetto tecnico complesso sarà quello delle ricariche super rapide, dai 50-80 Watt in su, che necessitano di due moduli batteria che si ricaricano contemporaneamente per poter raggiungere certe velocità. Infine ci sarà da capire come preservare la funzionalità della ricarica wireless, sia a livello di materiali (sappiamo per esempio che con cover in alluminio non può funzionare) sia per il collegamento con la batteria che solitamente è affidato a connettori estremamente piccoli.

Finirà come per la Type-C?

Quando si fanno strada normative come quella di cui si parla, in cui la politica e le istituzioni entrano in campo orientando le scelte progettuali della tecnologia, c’è sempre la percezione che in qualche modo la norma verrà aggirata o che si troverà una soluzione. Poi però ci troviamo di fronte a decisioni come quella che obbligherà i produttori a dotare gli smartphone di connettore Type-C, oppure l’abolizione del Diesel dal 2035 e allora ci rendiamo conto che sempre più le politiche di sostenibilità ambientale assumeranno un ruolo di primo piano, per ricordarci che il tempo è quasi scaduto e non c’è “lightning” che tenga quando si parla di ridurre l’impronta ecologica.

Che ci piaccia o no la crisi climatica ci coinvolgerà in prima persona, se non a causa di disastri ambientali che ci auguriamo possano sempre essere scongiurati, per lo meno nelle abitudini di tutti i giorni, che passano anche dall’acquisto e utilizzo della tecnologia in modo più sostenibile e accorto, ad esempio scegliendo di sostituire la batteria anziché tutto lo smartphone.

Tornando alla questione di fondo, finirà come per la Type-C, cioè l’Europa riuscirà ad imporre un regolamento così stringente? E’ difficile dirlo, di sicuro la posta in gioco è alta e i produttori non cederanno facilmente, cercando in tutti i modi di trovare escamotage. Il rischio di una beffa comunque c’è, specialmente per noi consumatori, che rischiamo di dover pagare ancora di più i prodotti per ammortizzare i costi produttivi e di ricerca più alti.