Nonostante le sconfitte subite in passato in Germania e in Australia, sembra che per Samsung la situazione vada verso un deciso miglioramento. In Germania la compagnia koreana ha immesso sul mercato un nuovo modello di Galaxy Tab 10.1, bloccato da una mozione cautelare disposta dal giudice dopo aver esaminato l’accusa formulata da Apple contro Samsung, rea di aver “spudoratamente copiato” il design di iPad. La mozione cautelare aveva comportato il bando non solo del Galaxy Tab 10.1, ma anche del Galaxy Tab 7.7 presentato all’IFA.

In Australia la situazione non era più rosea: Apple aveva vinto inizialmente un’udienza preliminare riguardo una causa per infrazione di brevetti relativi al design di iPad e agli schermi touch che aveva portato al bando totale del Galaxy Tab 10.1 dai negozi australiani. Proprio questo bando totale aveva però fatto porre degli inquietanti interrogativi: vista la schiacciante dominazione di Apple sul mercato dei tablet, può la situazione della compagnia di Cupertino considerarsi un monopolio? Nel caso in cui la risposta sia affermativa, è giusto impedire a Samsung, che è un minor player nel mercato tablet, di commercializzare i propri prodotti arrecando quindi danno sia a Samsung, sia al mercato ed anche agli utenti? La questione non è di semplice risoluzione. A tal proposito, però, mi viene spontaneo ricordare il comportamento di Microsoft negli anni ’90 – diverso nei fatti, ma identico nella sostanza. Microsoft fece accordi sottobanco con i produttori di PC per garantirsi l’esclusività delle installazioni di sistemi operativi, escludendo quindi dal mercato ottime alternative come BeOS. Il comportamento è stato più volte sanzionato da qualunque autorità antitrust del mondo, e Microsoft è stata costretta a pagare diversi miliardi di dollari di risarcimenti (Be, Inc. ricevette un indennizzo di 150 milioni di dollari, che però non la salvò dal baratro). L’obiettivo di Microsoft era quello di escludere dal mercato i concorrenti, i cui prodotti erano spesso superiori per qualità, per potersi muovere in un regime di monopolio e quindi poter fare “il bello e il cattivo tempo” senza conseguenze negative sui profitti. Un esempio lampante è la scarsa qualità del software venduto fino a pochi anni fa: crash di sistema, incompatibilità hardware e software, stabilità pressochè nulla e scarsissima attenzione alle esigenze degli utenti sono solo alcuni aspetti. La situazione è cambiata con la crescita esponenziale di Apple anche nel mercato PC, che ha portato Microsoft a dover sfornare necessariamente prodotti migliori per “rimanere al passo” con la concorrenza.


La situazione attuale nel mercato mobile non è così differente: Apple, molto vicina ad essere monopolista, cerca in tutti i modi di escludere i concorrenti dal mercato utilizzando brevetti che possono esistere solo grazie ad un sistema brevettuale profondamente sbagliato nei principi e nell’applicazione come quello americano. Ed è anche il dubbio, instillato dai legali di Samsung, che Apple stia sfruttando la sua posizione attuale per escludere completamente i competitor dal mercato ed assicurarsi il monopolio assoluto ad aver fatto sì che una corte australiana ribaltasse la sentenza iniziale decretando che Samsung non infrange i brevetti di Apple. Il bando verrà tolto venerdì, così da lasciare il tempo ad Apple per poter appellare la decisione.

Samsung ha già dichiarato che l’annuncio di una data di commercializzazione del Galaxy Tab 10.1 è imminente, affermando altresì che “crediamo che la sentenza affermi chiaramente che le accuse di Apple mancano di liceità”. L’ultima parola non è ancora stata detta e la guerra non è finita, ma Samsung ha vinto una battaglia importante.