Samsung mette un po’ di ordine per quanto riguarda gli aggiornamenti dei propri smartphone di fascia media. Come noto, il produttore sudcoreano dispone di una lista in cui sono presenti due categorie relative agli aggiornamenti di sicurezza: una a cadenza mensile, l’altra trimestrale.

Considerando che della prima fanno parte i top di gamma e pochi altri, nella seconda troviamo i restanti, gruppone in cui si aggregano ultimamente i nuovi Samsung Galaxy A6 e A6+, smartphone che comunque riceveranno con tutta probabilità sia Android P, sia Android Q.

È dunque evidente che gli ultimi arrivati vanno a seguire la strada intrapresa già dai Samsung Galaxy A3 e Galaxy A7 del 2017 come pure di Galaxy A8+ (2018) piuttosto che rientrare nell’elenco dei “favoriti” in cui troviamo, fra i flagship, Galaxy A5 (2016 e 2017) e Galaxy A8 (2018).

I motivi che stanno dietro a tali differenziazioni politiche per gli smartphone di fascia media dipenderebbero molto dai mercati in cui questi vengono maggiormente venduti. E non a caso i Galaxy A5 registrano un particolare numero di vendite proprio nel vecchio continente, area particolarmente problematica per quanto riguarda gli aggiornamenti.

Per afferrare tale mossa, forse, bisognerebbe ripensare un momento alla causa aperta contro Samsung da parte dell’associazione dei consumatori olandesi Consumentenbond di più di due anni fa. Voi che ne pensate?

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