Il danno di immagine provocato dal ritiro dal mercato di Samsung Galaxy Note 7 sta inevitabilmente avendo ripercussioni anche sulla consociata Samsung SDI, responsabile dello sviluppo delle batterie ritenute colpevoli delle esplosioni del phablet. In seguito i problemi si sono verificati anche con le batterie di un altro fornitore ma il danno di immagine è difficile da recuperare.

Secondo quanto riporta ReutersSamsung SDI sta cercando di rassicurare gli attuali clienti sulla sicurezza delle proprie batterie mentre i nuovi clienti sono alquanto diffidenti dopo quanto accaduto e proprio per questo Samsung dovrebbe cercare di capire il prima possibile i problemi che hanno portato al ritiro di Note 7. Sembra che nelle batterie dello sfortunato phablet siano stati impiegati nuovi materiali e nuove tecnologie per incrementare la capacità della batteria e la stessa SDI si chiede se questo non sia avvenuto a scapito della sicurezza.

Nel frattempo Samsung starebbe cercando tra le compagnie sud coreane, nuovi partner per la fornitura di lettori di impronte digitali a basso costo, da integrare nei propri dispositivi di fascia bassa. La divisione LSI di Samsung Electronics sarebbe al lavoro su un nuovo lettore che potrebbe essere commercializzato a partire dal prossimo anno. Se l’accordo con i nuovi partner dovesse andare a buon fine, si parla di non meno di 2 milioni di lettori di impronte, che permetterebbero a Samsung una maggiore diversificazione nella filiera dei fornitori.

Non sta con le mani in mano nemmeno la divisione semiconduttori che sarebbe al lavoro su una nuova CPU per micro controller a 32 bit basata sull’architettura open source RISC-V. In questo modo Samsung risparmierebbe le royalty da pagare ad ARM e potrebbe ridurre i costi di produzione. La nuova CPU, che dovrebbe contenere un numero di transistor compreso tra 10 000 e 20 000, dovrebbe essere impiegata principalmente negli smartwatch e nei dispositivi IoT, grazie ai ridottissimi consumi.

L’architettura RISC-V è già utilizzata da colossi come NVIDIA e Qualcomm per realizzare CPU per dispositivi IoT e controller di memoria per le GPU. Lo sviluppo della nuova CPU sarebbe iniziato da qualche mese ma sarà necessario attendere il 2017 per vedere il primo dispositivo sul quale sarà montata.