Nuove informazioni arrivano oggi sui presunti Samsung Galaxy X (identificato come lo smartphone pieghevole), Galaxy J8 (2018) e i modelli con nome in codice Galaxy J3 Orbit e Galaxy J7 Crown (Galaxy J3 e J7 2018?).

Sono ormai anni che si parla dello smartphone pieghevole di Samsung, ma secondo nuovi dettagli trapelati di recente potremmo dover attendere ancora un po’: la tecnologia sarebbe infatti ancora piuttosto indietro rispetto agli standard necessari. In un’intervista a Salman Saeed, product manager di Qualcomm per la sezione display technology, riportata in esclusiva da TechRadar, potrebbero volerci ancora anni prima di vedere in commercio qualcosa di simile ai prodotti scovati nei vari brevetti (come, appunto, Samsung Galaxy X).

La motivazione principale di questi ritardi risiederebbe nella durabilità di questi display pieghevoli, evidentemente non ancora convincente. Più nello specifico, Saeed identifica come punto “debole” i transistor dell’architettura del display, sottolineando che i componenti che alimentano i pixel non sono abbastanza flessibili da resistere a continue flessioni.

Costruire uno smartphone con display pieghevole senza interruzioni (diverso dunque dalla soluzione adottata da ZTE con il suo Axon M) è un’impresa veramente difficile e potrebbe richiedere ancora anni di sviluppo, ma non per questo i produttori sembrano averci rinunciato.

Nel frattempo, restando su Samsung, potrebbero essere in arrivo nuovi modelli di fascia media/medio-bassa: Samsung Galaxy J8 (2018), che abbiamo visto altre volte in queste settimane, sarebbe passato dalla certificazione della Wi-Fi Alliance come numero di modello SM-J800FN, senza fornire molti dettagli oltre alla versione di Android (8.0 Oreo) e le bande di frequenza (2,4 e 5 GHz per il Wi-Fi).

Oltre a questo hanno ottenuto un brevetto presso l’US Patent and Trademark Office (USPTO) i dispositivi Samsung Galaxy J3 Orbit e Galaxy J7 Crown, anche se potrebbe trattarsi semplicemente di nomi in codice o varianti dei futuri Galaxy J3 e J7 (2018). Continuate a seguirci perché questa non è sicuramente l’ultima volta che ne parliamo.