Qualche tempo fa Lei Jun, CEO e co fondatore di Xiaomi, aveva promesso che la propria compagnia avrebbe mantenuto molto basso il margine netto, per garantire prezzi molto competitivi sui propri prodotti, a tutti vantaggio degli utenti finali.

Redmi, il brand che è diventato indipendente a inizio anno, sembra aver intrapreso la stessa strada, con una filosofia improntata a un prezzo di vendita molto aggressivo e non troppo superiore rispetto ai costi di produzione. La dimostrazione arriva da Redmi K30 che è stato presentato in Cina nei giorni scorsi e commercializzato, nella versione 6-64 GB 5G, a 1.999 yuan, circa 254 euro al cambio attuale.

Secondo un analista cinese il valore dei componenti utilizzati dalla compagnia asiatica è di 1730 yuan, circa 220 euro, lasciando un margine davvero risicato, di circa 34 euro. Va ovviamente considerato che il costo è relativo alla sola componentistica e non tiene dunque in considerazione i costi di ricerca, sviluppo, assemblaggio e servizi post vendita.

Il margine è dunque molto ristretto, se consideriamo che si tratta di un profitto lordo, sul quale la compagnia cinese dovrà poi andare a versare le tasse, lasciando un margine netto davvero esiguo. Sembra dunque che Redmi sia pronta a vendere a profitto zero, se non addirittura in perdita nella prima fase delle vendite, pur di rimanere aggressiva sul mercato, lasciando ad altre divisioni il compito di ottenere profitti di tutt’altro spessore.