OnePlus starebbe valutando la possibilità di abbracciare Project Treble, l’architettura modulare pensata da Google per sveltire gli aggiornamenti software.

L’azienda cinese lo scorso novembre si disse contraria all’adozione del sistema, motivando la decisione con l’elevato rischio di brick che comporterebbe la modifica “in corsa”, cioè via OTA, allo schema delle partizioni dei dispositivi.

Tuttavia un utente di XDA si è detto sicuro del fatto che in OnePlus stiano valutando concretamente l’idea di tornare sulla propria scelta. La fattibilità, dice, passa ancora una volta dalla risoluzione dello snodo palesato qualche mese fa, sempre d’attualità.

Di seguito trovate uno schemino che vi aiuterà a comprendere meglio Project Treble. Il processo di rilascio di un aggiornamento, “ieri”, era composto da cinque fasi. La prima mossa, ovviamente, era (e sarà sempre) la pubblicazione del codice sorgente da parte di Google.

A questa seguivano una serie di adeguamenti: il primo ad opera dei costruttori di chip, poi quello dei produttori degli smartphone per le proprie interfacce personalizzate, infine quello dei gestori telefonici antecedente il rilascio. Un processo lungo e tortuoso, avido di risorse e di tempi, che troppo spesso in passato ha fatto desistere diverse realtà ad aggiornare alcuni dei propri smartphone.

L’idea di Google è di snellire la parte a carico dei produttori che con Project Treble non devono più intervenire sul codice sorgente del sistema operativo per integrare le loro modifiche, poiché queste si troveranno ad un livello separato e comunicheranno attraverso la Vendor Interface.

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