La mossa di Whatsapp di condividere i dati personali degli utenti con Facebook (da cui è stata acquisita per 19 miliardi di dollari in passato) non è andata giù a molti utenti. Il primo governo a ottenere che le cose tornassero indietro è stato quello britannico: d’ora in poi i due colossi di IM e social network non potranno più scambiarsi quelle informazioni.

Il commissario per l’informazione Elizabeth Denham ha infatti spiegato quali sono i punti che non le andavano giù della policy di Whatsapp. Innanzitutto il fatto che gli utenti avessero soltanto 30 giorni di tempo per negare il consenso, mentre secondo lei per questioni così cruciali si dovrebbe avere la possibilità di un controllo perpetuo e costante. In secondo luogo, gli utilizzatori dovrebbero essere preoccupati se il consenso che avevano inizialmente accordato per un certo tipo di servizi fosse poi sfruttato dalla compagnia in modo ulteriore.

Ecco un estratto dell’intervento della Denham:

I don’t think users have been given enough information about what Facebook plans to do with their information, and I don’t think WhatsApp has got valid consent from users to share the information. I also believe users should be given ongoing control over how their information is used, not just a 30 day window.

It’s important that we have control over our personal information, even if services don’t charge us a fee. We might agree to a company using our information in a certain way in return for us getting a service for free, but if that information is then exploited more than agreed, for a purpose we don’t like, then we’re entitled to be concerned.

Al momento non è solo il governo del Regno Unito a muoversi (anche se è stato il primo a ottenere il ristabilimento delle precedenti condizioni), ma anche la Commissione Europea ha detto la sua, così come il Codacons in Italia.

Staremo a vedere come si svilupperà la vicenda: vi terremo informati.