In base alla legge sulla regolamentazione delle fusioni societarie del 2004, l’Unione Europea ha deciso di multare Facebook di 110 milioni di euro per la questione riguardante la condivisione dei dati con WhatsApp.

Nel 2014 Facebook aveva assicurato alla Commissione Europea di non poter collegare tra loro gli account dei due servizi, cosa che invece è accaduta nel 2016. Lo scorso anno il commissario irlandese per la protezione dei dati a capo dell’Authority europea aveva richiesto alla società di Zuckerberg di interrompere lo scambio dei dati tra il noto Social Network e il servizio di messaggistica, ed entro la fine dell’estate sarebbe dovuto arrivare un accordo tra le parti per raggiungere una soluzione.

La UE ha quindi deciso di multare Facebook per 110 milioni di euro, cifra che sicuramente non manderà in bancarotta la compagnia, che avrebbe mentito per ben due volte: la prima con la presentazione della documentazione in seguito all’inizio delle investigazioni, la seconda con la risposta fornita lo scorso dicembre.

Secondo il Commissario alla concorrenza Margrethe Vestager:

“La decisione di oggi manda un chiaro segnale alle compagnie che devono rispettare tutti gli aspetti delle regole di fusione previste dalla UE, incluso l’obbligo di fornire informazioni corrette.”

Sempre secondo la Vestager la multa è perfettamente “proporzionata” e utile come deterrente, e aggiunge che:

“La possibilità tecnica di automatizzare lo scambio dei dati tra Facebook e WhatsApp esisteva già nel 2014, e lo staff di Facebook era a conoscenza di tale possibilità.”

Anche le authority di singoli Paesi come Olanda e Francia hanno deciso di indagare sulla questione riguardante la privacy degli utenti: ad esempio il CNIL (Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés) francese ha inflitto una multa da 150.000 euro per non aver fornito abbastanza controllo sui dati e sulla raccolta di informazioni da parte delle aziende partner.

La Commissione avrebbe potuto multare Facebook di circa 250 milioni (1% del fatturato 2016), ma ha deciso di ridurre la cifra in quanto la compagnia ha ammesso di aver commesso queste irregolarità e ha deciso di collaborare.

“Gli errori che abbiamo fatto nel 2014 non sono stati intenzionali e la Commissione ha confermato che non hanno avuto impatto sul risultato della revisione.”

La questione è definitivamente chiusa? Non necessariamente, e in una tale eventualità non mancheremo di tenervi aggiornati. Fateci come sempre sapere cosa ne pensate nel box dei commenti qui in basso, a vostra completa disposizione.