I documenti pubblicati nei giorni scorsi da Wikileaks, che hanno svelato l’esistenza di un vero e proprio arsenale software per attaccare gli smartphone con Android, iOS e Windows, non sembrano contenere riferimenti alle principali applicazioni di messaggistica istantanea.

Una prima analisi effettuata in questi giorni dagli esperti di sicurezza ha messo a tacere alcune voci secondo cui anche applicazioni come WhatsApp, ma soprattutto Signal, fossero state violate e pertanto non potessero più essere ritenute sicure.

Quello che sarebbero in grado di fare gli hacker al servizio della CIA è entrare negli smartphone degli utenti, attraverso vulnerabilità dei sistemi, anche se Google afferma di averne chiuse già parecchie. Non c’è modo però di superare la crittografia delle attuali applicazioni di messaggistica istantanea che la implementano a meno di non avere accesso diretto al dispositivo.

Secondo logica se la CIA avesse potuto intercettare e decrittare le comunicazioni non avrebbe avuto necessità di sviluppare attacchi per prendere possesso degli smartphone e questo conferma indirettamente la bontà dei sistemi di crittografia adottate dagli sviluppatori. Possiamo dunque dormire sonni tranquilli ricordandoci ovviamente di aggiornare i nostri smartphone ed evitare di installare applicazioni da sorgenti non affidabili.