Dopo aver rilasciato da poco un grosso aggiornamento per Pokémon GO, giunto nel momento più propizio dell’anno, sembra che Niantic non avrà il tempo per gioire del rinnovato interesse per il suo titolo di punta. Arrivano dalla Corea del Sud, dove il gioco è disponibile da qualche mese, alcune grane sul sistema di rimborsi relativi agli acquisti in-app.

Sembra che gli utenti sud coreani abbiano particolarmente apprezzato la possibilità di acquistare le PokéMonete, che permettono di acquistare oggetti e di far evolvere più rapidamente i propri Pokémon. Quello che sembra non essere gradito alla Korea Consumer Agency (KCA) sono i termini dei rimborsi erogati da Niantic.

In Corea del Sud, come in altri Paesi, è possibile spendere l’equivalente di 100 dollari per acquistare 14.500 PokéMonete. Se però l’utente decide di chiedere il rimborso entro i sette giorni consentiti dalle leggi locali, e sono già state spese, ad esempio 100 monete, Niantic rifiuta il rimborso in quanto considera già utilizzato il pacchetto.

Allo stesso modo la KCA non reputa corretto dal punto di vista legale il comportamento di Niantic che impedisce agli utenti bannati, solitamente per tecniche di GPS spoofing, di chiedere il rimborso degli acquisti effettuati. L’agenzia coreana contesta i termini troppo favorevoli per lo sviluppatore e troppo restrittivi per gli utenti finali e chiede una revisione delle politiche legate ai rimborsi.

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