Ecosia, un motore di ricerca alternativo a quello di Google, ha un obiettivo che ha stuzzicato la curiosità di utenti e addetti ai lavori: trasformare i click in alberi da piantare per rendere migliore il Pianeta.

La società con sede a Berlino ha raggiunto un importante traguardo all’inizio di questo mese, dopo aver utilizzato le entrate pubblicitarie generate dagli utenti del suo motore di ricerca per piantare più di 100 milioni di alberi in 25 Paesi in tutto il mondo.

Tuttavia la pandemia di Coronavirus ha colpito duramente Ecosia, che ha visto dimezzare le sue entrate dai 2,6 milioni di euro di febbraio ad 1,4 milioni di euro a giugno.

Ecosia costretta ad assecondare Google

Ma a danneggiare Ecosia è anche stato un nuovo sistema adottato da Google in sede di configurazione di un nuovo dispositivo Android e in virtù del quale agli utenti viene offerta la possibilità di scegliere tra quattro motori di ricerca, uno dei quali è quello del colosso di Mountain View mentre gli altri tre vengono determinati in seguito ad un’asta a pagamento tra le varie aziende interessate.

Se fino a questo momento Ecosia ha deciso di boicottare il sistema di Google, per le future aste non potrà fare altro che partecipare, pur continuando a criticarlo in quanto non garantirebbe la concorrenza come avrebbe dovuto in realtà fare.

Ricordiamo, infatti, che è stato adottato in seguito ad un provvedimento delle autorità comunitarie per salvaguardare i diritti delle aziende meno forti e consentire la concorrenza.