Gli smartphone odierni sono sempre più complessi e anche pochi millimetri di superficie libera possono permettere di integrare nuove soluzioni. Uno dei punti deboli del design è la necessità di lasciare lo spazio per la SIM telefonica, che nella versione nano occupa una superficie di 12,3 x 8,8 millimetri, senza contare il connettore e l’elettronica di controllo.

ARM, la compagnia alla base del design dei core utilizzati nelle moderne CPU per smartphone, ha però una soluzione, economica e decisamente poco ingombrante. Si chiama iSIM e occuperà solamente una frazione di millimetro quadrato, permettendo un notevole risparmio di spazio e un costo decisamente minore. Gli operatori telefonici pagherebbero infatti qualche centesimo per la nuova tecnologia, invece delle decine di centesimi necessari per la versione tradizionale.

Non aspettatevi una rivoluzione a breve termine, visto che ARM dovrà superare la diffidenza dei gestori di telefonia mobile, che stentano a far decollare le eSIM, utilizzate ad esempio su Google Pixel 2 e Google Pixel 2 XL. La soluzione della compagnia inglese sembra destinata, almeno inizialmente, ai dispositivi IoT, soprattutto a quei gadget con poco spazio a disposizione che hanno comunque la necessità di connettersi alla Rete per inviare i dati raccolti.

Nonostante la diffidenza iniziale gli operatori mobili dovrebbero abbracciare rapidamente la soluzione di ARM, visto che aprirà nuove fasce di mercato che inevitabilmente porteranno a maggiori profitti. ARM ha già inviato gli schemi e le specifiche ai propri partner e le prime soluzioni pratiche dovrebbero arrivare sul mercato entro la fine dell’anno.