Come sicuramente starete notando anche voi, negli ultimi tempi i produttori si stanno concentrando sempre di più sul comparto fotografico dei propri smartphone. Le foto e i video hanno trasformato il modo in cui comunichiamo, ed è proprio per questo che gli utenti si aspettano prestazioni sempre più elevate dalle fotocamere: di conseguenza i produttori sono alla continua ricerca di nuovi modi per sviluppare funzioni smart per ottenere risultati professionali. Con OPPO Reno10 5G e OPPO Reno10 Pro 5G, la casa cinese si è impegnata per offrire sistemi di fotocamere in grado di restituire chiarezza e fedeltà, anche per quanto riguarda i ritratti: scopriamo più da vicino il comparto fotografico del duo.

Fotografia tradizionale e tecniche digitali si uniscono con OPPO Reno10 e Reno10 Pro

Come abbiamo avuto modo di appurare, sia nell’articolo di lancio sia nella nostra recensione, OPPO Reno10 5G e OPPO Reno10 Pro 5G concentrano i loro sforzi sul comparto fotografico, in particolare per creare un’esperienza fotografica professionale nell’ambito dei ritratti: questo tenendo conto di tutti gli aspetti della catena di imaging, dall’acquisizione ed elaborazione delle immagini fino alla visualizzazione.

A volte l’utilizzo eccessivo dell’intelligenza artificiale per l’elaborazione degli scatti più abbassarne la resa qualitativa e distorcerne la naturalezza, in particolare per quanto concerne il rapporto tra luci e ombre. OPPO ha deciso di fare un “passo indietro” nella storia della fotografia e nella fotografia tradizionale: quest’ultima richiede l’utilizzo di attrezzature complicate e particolari abilità, ma il produttore ritiene che ciò di cui ha bisogno la fotografia moderna sia proprio questa tradizione, unita alla conoscenza e all’esperienza che ne derivano. Secondo le parole di OPPO, lo scopo è quello di combinare tutto questo con le tecniche digitali contemporanee, in modo da costruire un sistema di imaging capace di riprodurre “un’interconnessione ultra-realistica tra luce e ombra, spazio e colori“. Proprio per questo la casa cinese si è impegnata nell’elaborare la tecnologia necessaria, combinando il lavoro di oltre 1000 specialisti di imaging con quello di fotografi, ingegneri dell’illuminazione e specialisti di post-produzione.

A livello tecnico, i due smartphone Android offrono:

  • Reno10 5G:
    • tripla fotocamera posteriore con sensore principale OV64B da 64 MP (apertura f/1.7, 1/2″, 25 mm, PDAF, pixel da 1.4µm 4-in-1), sensore tele Sony IMX709 RGBW da 32 MP con zoom ottico 2x e digitale 20x (f/2.0, 1/2.74″, pixel da 0.8µm, PDAF, 47 mm) e sensore ultra-grandangolare Sony IMX355 da 8 MP (112° di FoV, f/2.2, 1/4″, pixel da 1.12µm, 16 mm)
    • fotocamera anteriore con sensore OV32C da 32 MP (apertura f/2.4, pixel da 0.7µm, 22 mm)
  • Reno10 Pro 5G:
    • tripla fotocamera posteriore con sensore principale Sony IMX890 da 50 MP (apertura f/1.8, 1/1.56″, OIS, pixel singoli da 1µm e 4-in-1 da 2µm, PDAF, 24 mm), sensore tele Sony IMX709 da 32 MP con zoom ottico 2x e digitale 20x (f/2.0, 1/2.74″, pixel da 0.8µm, PDAF, 47 mm) e sensore ultra-grandangolare Sony IMX355 da 8 MP (112° di FoV, f/2.2, 1/4″, pixel da 1.12µm, 16 mm)
    • fotocamera anteriore con sensore Sony IMX709 da 32 MP (apertura f/2.4, 1/2.74″, pixel da 0.8µm, 21 mm, AF)

I due Reno10 introducono per la prima volta sulla gamma un teleobiettivo per ritratti 2x indipendente, dietro al quale si trova un ampio sensore da 32 MP (f/2.0, 1/2.74″) con distanza minima di messa a fuoco di 25 cm; offre una maggiore libertà di composizione quando si sfrutta lo zoom ottico con una lunghezza focale equivalente di 47 mm. Il modello Pro offre anche uno zoom 5x basato sulla tecnologia In-sensor Zoom. Sulle lenti è stato utilizzato un processo di rivestimento per rotazione, che crea una pellicola assorbente per luce infrarossa, riduce i fastidiosi riflessi e aumenta la purezza dell’immagine finale.

La Portrait Mode già vista su altri modelli è tornata su Reno10 Pro 5G con diversi miglioramenti. Introduce un effetto di sfocatura bokeh perfezionato, studiato e sviluppato per produrre un risultato realistico: l’azienda ha lavorato in particolare sulle diverse profondità e sui riflessi in base all’illuminazione e agli oggetti. La possibilità di aprire il diaframma (da f/1.4 a f/1.6) consente di ottenere ritratti con diversi tipi di sfocature.

Sono stati introdotti anche algoritmi di codifica avanzati per separare il soggetto dallo sfondo con più precisione; in più, la segmentazione multi-semantica va a migliorare l’accuratezza del rilevamento delle texture ripetitive e degli altri soggetti in scena, sfruttando algoritmi per ottimizzare i bordi in base alle profondità. Le foto vengono a volte stampate o visualizzate altrove, ma qual è il metodo utilizzato più spesso per stabilire la riuscita di uno scatto? Il display dello smartphone stesso, naturalmente. Proprio per questo OPPO ha voluto dotare Reno10 e Reno10 Pro di pannelli con un miliardo di colori, che costituiscono un considerevole passo avanti rispetto a quelli da 16,7 milioni di colori.

Con il progetto Portrait Expert, OPPO coinvolgerà un gruppo di ritrattisti provenienti da diverse parti del mondo, che condivideranno la loro esperienza: questo si tradurrà in ulteriori miglioramenti nel riconoscimento del soggetto, nella separazione dallo sfondo, nell’ottimizzazione della nitidezza, della regolazione della luce e non solo. Il produttore sta anche raccogliendo il feedback degli utenti con il suo OPPO Imagine IF Photography Project. Questo dà modo all’azienda di analizzare ciò che differenzia una foto “da Instagram” da un vero capolavoro, con l’obiettivo di offrire a tutti l’opportunità di realizzare scatti professionali, anche con uno smartphone.

Se volete saperne di più su OPPO Reno10 Pro 5G potete dare uno sguardo alla nostra recensione, sia testuale sia video.

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