Il TAR del Lazio si è pronunciato quest’oggi, rigettando il ricorso promosso da Iliad su una parte della Delibera AGCOM 86/21/CIR riguardante le nuove regole per la portabilità del numero, pensate per contrastare il cosiddetto “SIM swap“. Iliad rimane però convinta che qualcosa vada cambiato e ha rilasciato un comunicato.

Il TAR respinge il ricorso, ma Iliad continua la sua battaglia: milioni di portabilità potrebbero bloccarsi

Le nuove regole per la portabilità del numero sono entrate in vigore lo scorso novembre e hanno messo un po’ in subbuglio alcuni operatori telefonici mobili. La delibera ha lo scopo di introdurre nuovi meccanismi atti a contrastare le truffe legate alle pratiche di sostituzione delle SIM (SIM swap): per sintetizzare, troviamo una regola che stabilisce che la portabilità possa essere effettuata solo dal titolare della SIM stessa e l’introduzione di un sistema di identificazione più rigoroso.

Secondo Iliad i nuovi metodi creano forti disagi agli utenti, oltre che alla trasparenza e all’efficienza stessa del mercato mobile. Già da diverso tempo l’operatore sta segnalando quanto e come questa delibera vada a impattare negativamente sugli utenti, “senza nessuna ragione, dal momento che è possibile prevenire e contrastare efficacemente la frode “Sim Swap” senza ricorrere a misure, come quelle introdotte, che bloccano di fatto la portabilità“.

Lo stesso Benedetto Levi, Amministratore Delegato di Iliad Italia, ha così commentato la pronuncia del TAR:

Da sempre abbiamo fatto della trasparenza e della libertà di scelta un punto di orgoglio per la nostra azienda. Oggi ci troviamo in una situazione incomprensibile: senza pregiudicare l’impianto complessivo e le finalità della Delibera, basterebbe apportare piccoli correttivi per consentire a tutti gli utenti di cambiare operatore quando e come credono, senza dover incorrere in complesse procedure. Il disagio è evidente, basta guardare il numero di portabilità che ogni giorno si bloccano. Finora nessuno, né le Autorità né le Istituzioni, ci hanno chiesto di aver accesso ai dati. Basterebbe guardarli e rendersi conto che centinaia di migliaia di utenti sono bloccati, parliamo potenzialmente di 2 milioni e mezzo in un anno. Si tratta di milioni di persone che si troverebbero costrette, loro malgrado, a subire un disagio, vedendosi di fatto limitata la loro libertà di scelta. Questo senza poi voler tenere conto degli impatti sulle dinamiche concorrenziali e – non ultimo – dell’aggravio di lavoro per i tanti piccoli e medi imprenditori attivi nel settore retail telefonico che si trovano tutti i giorni a dover spiegare agli utenti che non è loro responsabilità se la portabilità non va a buon fine, rimettendoci tempo e risorse, senza nessun ristoro“.

La dichiarazione di Levi si conclude con una proposta: “Chiedo con forza alle Autorità e alle Istituzioni di convocare quanto prima un tavolo di lavoro, verificare se le nostre affermazioni corrispondono al vero, di confermare o smentire se ci sono stati già centinaia di migliaia di portabilità fallite, e di agire di conseguenza, individuando e implementando quanto prima quei semplici correttivi che possono risolvere definitivamente la situazione“.

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