Google sta apportando una serie di cambiamenti alle norme per gli sviluppatori Google Play e una di tali novità, che entrerà in vigore dal prossimo 11 maggio 2022, avrà un impatto non trascurabile su tutte le applicazioni di terze parti destinate o comunque dotate della funzione di registrare chiamate audio. Di fatto, tra meno di un mese, tante di queste applicazioni potrebbero diventare completamente inutili.

In breve

In parole povere, il colosso di Mountain View ha modificato alcune norme per gli sviluppatori che impediranno il funzionamento di numerose app terze per la registrazione di chiamate.

Lo stesso cambiamento non inciderà sulle appliczioni native dei dispositivi, che funzioneranno come sempre e permetteranno — ove possibile — anche di registrare le telefonate.

Le app terze disponibili sul Google Play Store hanno tempo fino all’11 maggio per adeguarsi, altrimenti diventeranno inutilizzabili.

Google sta per uccidere le app per registrare telefonate

È sufficiente aprire la pagina dedicata al Centro norme per gli sviluppatori per notare nella parte alta della schermata un avviso pop-up datato 6 aprile 2022 che ricorda l’aggiornamento delle norme in atto e invita ad informarsi in maniera più approfondita cliccando su “Scopri di più”.

Ebbene, cliccando su tale link si apre la pagina Aggiornamenti relativi alle norme di Google Play, nella quale confluiscono tutte le modifiche alle norme in arrivo. Scorrendo tra gli aggiornamenti delle norme che saranno in vigore a partire dal prossimo 11 maggio 2022 cade subito l’occhio sull’ultima voce dell’elenco, la quale recita:

Stiamo aggiornando le nostre norme relative all’accessibilità per spiegare che l’API Accessibility non è pensata e non può essere richiesta per la registrazione dell’audio delle chiamate da remoto”.

In questo testo è inserito un ulteriore link che approfondisce il discorso sulla menzionata API Accessibility, con particolare riferimento a ciò che non è possibile fare. Tra le varie voci leggibili al link riportato, quella di nostro interesse in queste sede recita: “L’API Accessibility non è pensata e non può essere richiesta per la registrazione dell’audio delle chiamate da remoto”.

Come è stato fatto notare su Reddit dall’utente NLL-APPS, il bersaglio di questo cambiamento saranno (solo) le applicazioni di terze parti finalizzate alla registrazione di telefonate. Questa modifica alle norme è l’ultimo tassello di un’operazione che da Mountain View stanno portando avanti da anni. Di questa nuova policy, il team di Big G ha parlato anche nell’ambito di un webinar rivolto agli sviluppatori e disponibile a questo link.

Già in passato Google, in diverse versioni del sistema operativo Android, aveva preso l’iniziativa per rimuovere API che consentissero alle applicazioni di registrare l’audio delle chiamate. Questo in parte in nome della privacy e della sicurezza — che dalle parti di Mountain View hanno uno strano modo di tutelare —, ma soprattutto per via del fatto che la registrazione delle telefonate è variamente disciplinata dalle legislazioni dei vari Paesi. Con Android 10, ad esempio, i tecnici di Big G avevano tagliato la testa al toro e bloccato del tutto la funzione per impostazione predefinita. Proprio al fine di aggirare questo divieto, numerose applicazioni del Google Play Store avevano iniziato a servirsi dell’API Accessibility per continuare a funzionare, ma, come detto, non potranno farlo ancora per molto.

Le norme di Google non sono uguali per tutti

Ebbene sì, la nuova norma che dall’11 maggio 2022 ostacolerà il funzionamento di app per la registrazione di chiamate audio vale solo per le applicazioni di terze parti. Tutte le applicazioni native presenti sugli smartphone Android e dotate della stessa funzione — basti pensare alla stessa Google Telefono, presente sui Pixel e non solo come app predefinita — non subiranno alcun cambiamento né restrizioni di sorta.

Questa distinzione è stata ben sottolineata nel corso del webinar di cui sopra, ove il conduttore ha spiegato:

«Se l’app è il dialer predefinito dello smartphone ed è anche preinstallata, non sono richieste capacità di accessibilità per ottenere accesso ai flussi audio in entrata, e quindi non violeranno [la nuova norma]».

A conti fatti, le app preinstallate non hanno neppure bisogno dell’API Accessibility, mentre quelle di terze parti non possono servirsene per assolvere allo stesso scopo.

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