Gli utenti che utilizzano il servizio Google Drive da oggi potranno fare affidamento su di un’ulteriore protezione dai contenuti sospetti e pericolosi. È l’ennesimo tentativo da parte della società di Mountain View di arginare una piaga che accomuna servizi come Google Drive, Mega e Dropbox: i malware annidati in file apparentemente innocui.

Google Drive mostrerà un avviso in caso di contenuto sospetto

Se si prova ad aprire un file o un documento sul servizio di hosting online di Big G un banner di colore giallo nella parte alta avvertirà gli utenti della possibile pericolosità del contenuto. Questo avviso viene visualizzato prima che il file possa essere scaricato “così da aiutare a proteggere [gli utenti] e le loro organizzazioni da malware, phishing e ransomware.”

Non è un caso che il maggior numero di infezioni su computer e server avviene a causa dell’incuria degli utenti: allegati e file che all’apparenza possono sembrare perfettamente leciti potrebbero nascondere delle minacce. Ultimo esempio, in ordine temporale, è un sofisticato software RAT in grado di infettare diverse piattaforme contemporaneamente: sembra che l’infezione sia stata causata da un utente della rete aziendale che ha ritenuto il file innocuo.

google drive malware

Gli avvisi di sicurezza tramite banner non sono una novità per la suite di prodotti Google Workspace: dopo Fogli, Documenti e Presentazioni ora anche Google Drive si adegua ai tempi. Secondo la compagnia di Mountain View, nel 2021 le segnalazioni di file sospetti per gli utenti che utilizzano i servizi Google sono aumentate del 33% su base annua. Questo in parte è dovuto alle massicce campagne di attacco tramite malware e ransomware, le quali spesso utilizzano proprio Google Drive come vettore di veicolo.

La causa delle infezioni è sempre più spesso dettata dall’incuria degli utenti, e come al solito vale la regola d’oro: mai aprire un allegato, un file o un documento di cui non si conosce la provenienza. In particolare, mai scaricare file reperiti da siti che non ispirano fiducia e che rimandano a contenuti in hosting su piattaforme come Mega, Dropbox e Google Drive. Meglio giocare d’astuzia e lasciar perdere, soprattutto se ci si trova su di una rete aziendale dove malware possono fare ingenti danni.

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