Il teardown di Google Pixel 6 Pro mette in luce una riparabilità migliorabile

Google pixel 6 pro

Qualche giorno fa vi abbiamo riportato il primo teardown di Google Pixel 6 e oggi siamo pronti a vedere il modello Google Pixel 6 Pro smontato e valutato sotto il profilo della riparabilità.

Insomma, dopo aver visto il nuovo aggiornamento rilasciato, le ultime novità sul discorso display e non solo, vediamo com’è Google Pixel 6 Pro fatto a pezzi.

Google Pixel 6 Pro: teardown e riparabilità

Anche questa volta il teardown è stato realizzato dal canale PBKreviews e, come per quello di Google Pixel 6, vale lo stesso caveat: diversamente da JerryRigEverything, questo canale struttura il teardown come una sorta di guida, utile sia per coloro che vogliano smontare lo stesso modello che per chi voglia darsi alle riparazioni DIY.

Naturalmente, molte delle cose dette a proposito del modello più piccolo valgono anche per Google Pixel 6 Pro, che però ha alcune particolarità ed è stato usato dalla fonte anche per alcune prove necessarie a giudicarne in modo completo la riparabilità.

Come già accaduto con Google Pixel 6, anche qui Big G si prende qualche tirata d’orecchi: in primis la porta USB-C è saldata alla mainboard, complicandone non poco la sostituzione; in secondo luogo, l’adesivo usato per la batteria qui sembra ancora più forte e ne rende difficile la rimozione. Si segnala, inoltre, che la terza fotocamera posteriore, per intenderci quella telephoto, è integrata con le altre in un unico modulo fotografico.

Tutto considerato, il punteggio di Google Pixel 6 Pro in termini di riparabilità è leggermente più basso rispetto a quello di Pixel 6: 5,5 su 10.

Nella parte conclusiva, PBKReviews prova a scambiare alcune componenti tra due Google Pixel 6 Pro per scoprire se funzionino o se siano presenti dei blocchi imposti da Google. Ebbene, mentre per la batteria e le fotocamere posteriori tutto fila liscio, non può dirsi lo stesso per il display: una volta scambiati, il sensore di impronte non viene riconosciuto, questo vuol dire che è bloccato sulla scheda madre. Insomma, in caso di necessità, toccherà rivolgersi direttamente a Google o quanto meno ad un centro di riparazione certificato.

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