I nuovi Termini di Servizio di WhatsApp – e tutto ciò che ne deriva – continuano a far discutere, tanto che adesso l’Organizzazione europea dei consumatori (BEUC – Bureau Européen des Unions de Consommateurs) chiede maggiore trasparenza e si fa portavoce delle continue pressioni nei confronti degli utenti.

BEUC: denuncia alla Commissione europea su WhatsApp

Nella giornata di oggi l’Organizzazione europea dei consumatori (BEUC), insieme a otto dei suoi membri, tra cui l’italiana Altroconsumo, ha presentato una denuncia alla Commissione europea e alla rete europea delle autorità dei consumatori contro WhatsApp. Materia del contendere sono le asserite molteplici violazioni dei diritti dei consumatori da parte della società facente capo a Facebook.

In particolare, nella nota ufficiale della BEUC, che riporta anche le parole del Director General Monique Goyens, si parla di pressioni continue e indebite che WhatsApp sta esercitando da mesi nei confronti dei propri utenti per far accettare loro i nuovi Termini di Servizio e la nuova policy in materia di privacy. “Notifiche persistenti, ricorrenti e invadenti“, che per “contenuto, natura, tempistiche e ricorrenza” eserciterebbero una pressione indebita sugli utenti, limitandone la libertà di scelta. In quanto tali, queste notifiche costituirebbero una violazione della Direttiva Ue sulle pratiche commerciali sleali.

In merito ai Termini di Servizio, inoltre, viene lamentata una carenza di trasparenza, tale da non renderli di facile comprensione da parte degli utenti. WhatsApp, secondo la BEUC, non sarebbe riuscita a spiegare in un linguaggio semplice e comprensibile la natura delle modifiche, rendendo praticamente impossibile per i consumatori “avere una chiara comprensione delle conseguenze che i cambiamenti di WhatsApp comportano per la loro privacy, in particolare in relazione al trasferimento dei loro dati personali a Facebook e ad altre terze parti“. Questa ambiguità integra, secondo la BEUC, una “una violazione del diritto dei consumatori dell’Ue, che obbliga le aziende a utilizzare condizioni contrattuali e comunicazioni commerciali chiare e trasparenti“.

La condotta di WhatsApp, si legge nella nota, sarebbe ulteriormente aggravata dalle pressioni per far accettare agli utenti una privacy policy che è tuttora sotto la lente delle European Data Protection Authorities per violazioni della normativa dell’Ue in materia di protezione dei dati – il commissario di Amburgo ha emesso un’ordinanza che vieta a Facebook di elaborare i dati personali di WhatsApp in Germania, in applicazione della procedura d’urgenza del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). Per quanto la denuncia dell’Organizzazione europea dei consumatori sia separata, viene sollecitata la cooperazione tra la rete europea delle autorità dei consumatori e quella delle autorità per la protezione dei dati.

La risposta di WhatsApp

La risposta di WhatsApp, che pure a fine maggio aveva fatto dietrofront sulle conseguenze della mancata accettazione dei nuovi ToS, è stata affidata alle dichiarazioni di un portavoce ai colleghi di TechCrunch:

«L’azione della BEUC si basa su un fraintendimento della finalità e degli effetti dell’aggiornamento dei nostri Termini di Servizio. Il nostro recente aggiornamento spiega le opzioni che gli utenti hanno per scambiare messaggi con aziende su WhatsApp e fornisce una maggiore trasparenza su come raccogliamo e utilizziamo i dati. L’aggiornamento non espande la nostra possibilità di condividere dati degli utenti con Facebook e non ha alcun impatto sulla privacy dei vostri messaggi con amici e familiari, ovunque essi si trovino nel mondo. Gradiremmo avere un’opportunità per spiegare l’aggiornamento alla BEUC a per chiarire che cosa esso significhi per gli utenti».

La Commissione europea è stata contattata per un commento sulla vicenda, ma non ha ancora fornito una risposta ufficiale.

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