Mentre il presidente Trump sembra aver allentato la stretta nei confronti di Huawei, anche se non ci sono ancora decisioni ufficiali in merito, alcuni ricercatori di sicurezza sollevano nuovi interrogativi, subito smentiti dal colosso cinese.

Christopher Balding, un ricercatore della Fulbright University Vietnam, con l’aiuto di tre ricercatori della Henry Society, ha analizzato i dati presenti in quasi 600 milioni di resoconti trapelati da alcuni database cinesi, alla ricerca di informazioni provenienti da dipendenti Huawei.

A causa della scarsa sicurezza di alcuni database utilizzati per la gestione dei propri report lavorativi, i dati di numerose compagnie sono finiti in Rete, mostrando CV, stipendi, storia lavorativa, istruzione e molte altre informazioni su milioni di lavoratori cinesi.

Tra questi sono stati estrapolati circa 25.000 report provenienti dipendenti o ex dipendenti Huawei. Cercando alcuni termini specifici, come People’s Liberation Army, l’esercito cinese, sono stati individuati un centinaio di dipendenti che hanno avuto a che fare con la sicurezza nazionale.

In tre profili, i cui nomi sono stati oscurati, presentati alla stampa sarebbero state trovate tracce di collegamenti con enti statali. In particolare un dipendente avrebbe lavorato anche per il Ministero della Sicurezza di Stato, e avrebbe avuto il compito di inserire dispositivi legali per effettuare intercettazioni attraverso i dispositivi Huawei.

Il ricercatore ammette che lo studio avrebbe dovuto richiedere più tempo, dai 6 ai 12 mesi, ma che vista la situazione attuale è stato condotto in maniera più frettolosa. Dal canto suo Huawei smentisce qualsiasi supposizione, affermando di aver sempre verificato che i propri dipendenti avessero cessato definitivamente la collaborazione con il governo o con enti militari.

Una portavoce di Huawei afferma che non è stato possibile verificare i curriculum citati da Balding, per cui non è possibile verificarne l’autenticità.

Huawei comprende che le preoccupazioni relative alla sicurezza informatica sono di primaria importanza nel mondo digitale. Siamo lieti di consultare rapporti professionali basati sui fatti relativi alle indagini sulla trasparenza di Huawei. Ci auguriamo che ulteriori documenti di ricerca possano contenere meno congetture al momento di trarre le conclusioni, evitando così tante dichiarazioni speculative su ciò che il professor Balding “crede”, “deduce” e “non può escludere”.