“Fatta la legge trovato l’inganno” si dice in Italia e a quanto pare è un detto che trova applicazione anche negli Stati Uniti. Nonostante l’ordine esecutivo firmato dal Presidente Trump a maggio, che ha messo Huawei in una Entity List di compagnie che non possono acquistare tecnologia dagli USA, i commerci con le compagnie americane proseguono in maniera del tutto legale.

Dopo Micron, produttore americano di chip di memoria, che ieri ha annunciato la ripresa delle vendite a Huawei, nel pieno rispetto del ban ordinato da Trump, emerge che nelle ultime tre settimane ammonta a milioni di dollari il bilancio delle esportazioni verso Huawei, il tutto senza che venga violata alcuna legge.

Secondo il New York Times, una fonte che ha voluto mantenere l’anonimato riporta che Intel, Micron e altre compagnie americane hanno trovato un modo per evitare di contrassegnare i prodotti come “Made in USA”. Se il chip è prodotto al di fuori degli USA, e non vengono forniti servizi come le istruzioni per l’uso e per risolvere i problemi, non ci sono problemi per la sua esportazione. In questa maniera, in barba a qualsiasi disposizione, i prodotti possono essere esportati, con l’amministrazione Trump indecisa sul da farsi.

L’assoluta mancanza di esperienza dell’amministrazione americana in materia di controlli sulle esportazioni ha portato alla creazione di un ordine esecutivo, immediatamente sospeso, che ha lasciato molte lacune e incertezze. Secondo alcuni dirigenti il comportamento delle compagnie americane viola apertamente lo spirito della legge, mentre altri effettuano altre considerazioni.

Nel 2018 Huawei ha acquistato prodotti dalle compagnie americane per circa 11 miliardi di dollari, una cifra non certo irrisoria che con la conferma del ban rischia di trasformarsi in un durissimo colpo per numerosi produttori USA. Il portavoce del Dipartimento del Commercio, interrogato sulla vicenda, ha risposto che lo scopo della legge era quello di “prevenire attività contrarie alla sicurezza nazionale o agli interessi nella politica estera degli Stati Uniti”.

La situazione potrebbe arrivare a una svolta decisiva nel fine settimana quando, prima del G-20 che si terrà in Giappone, il presidente americano Trump incontrerà l’omologo cinese Xi Jinping per discutere sulle dispute commerciali in atto.

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