Da diversi mesi Huawei e Honor hanno introdotto la tecnologia GPU Turbo, che promette di migliorare considerevolmente le prestazioni nel gaming, anche su smartphone più vecchi. Nel corso delle varie presentazioni non sono mai state fornite spiegazioni tecniche dettagliate, e tutto è stato lasciato in mano ai pomposi titoli degli esperti di marketing.

I colleghi di Anandtech, una pubblicazione decisamente tecnica, hanno però voluto approfondire la questione, per cercare di capire se si tratta di semplice marketing o se la tecnologia porta davvero i risultati promessi. Senza voler entrare troppo in questioni tecniche, per le quali vi rimandiamo all’interessante lettura dell’articolo completo, visibile alla fonte, facciamo però alcune considerazioni in merito.

La tecnologia è puramente software, come ha confermato il team di sviluppo di HiSilicon, la compagnia che produce i chipset Kirin sui quali funziona GPU Turbo. L’incontro con il team HiSilicon, e con quello che si occupa dello sviluppo software per Huawei e Honor, è avvenuto in occasione di IFA 2018 e ha permesso di scoprire il funzionamento della tecnologia.

Va intanto premesso che attualmente GPU Turbo funziona solamente con due titoli, uno dei quali è il famosissimo PUBG, mentre con l’arrivo di Huawei Mate 20 Pro dovrebbero essere aggiunti altri 4 titoli. Quello che gli ingegneri software hanno fatto è stato sfruttare le potenzialità di TensorFlow e del machine learning per ottimizzare prestazioni e consumi per ogni istante di gioco. In sostanza il software concede le risorse necessarie alla corretta visualizzazione di ogni singolo frame, evitando così sprechi e riuscendo a massimizzare le prestazioni.

Si spiega dunque perché al momento sono supportati solo due giochi, visto che è necessaria una lunga fase di “addestramento” affinché il sistema possa operare al meglio. In sostanza dunque si tratta di una trovata geniale, che permetterà a Huawei e Honor di distinguersi dalla massa, ma servirà ancora parecchio tempo, visto che le prestazioni al momento non sono omogenee.

Qui entra in campo il marketing, che ha giustamente puntato il dito sui punti forti della soluzione, ma non è tutto oro quello che luccica. I dati ripetuti all’infinito, +60% nelle prestazioni e -30% nei consumi, sono in realtà riferiti al confronto con Kirin 960, e non si tratta di un riferimento probante. Il confronto con Snapdragon 845 mostrato a IFA 2018, in occasione della presentazione del Kirin 980, ha più senso, ma anche in questo caso ci sono altre considerazioni in mezzo.

La GPU Adreno dei chipset Qualcomm è in grado di garantire una qualità grafica decisamente superiore a quella delle GPU Mali utilizzate nei chipset Kirin, quindi ridurre tutto a una questione di numeri non ha troppo senso. Questo non significa ovviamente che GPU Turbo non funzioni e che non sia una tecnologia in grado di fare la differenza ma che, come sempre, tutto va letto nella giusta prospettiva.

Per gli approfondimenti e i dettagli tecnici vi rimandiamo comunque a questo interessante articolo di Anandtech.