Huawei sta rivalutando i propri obiettivi e non è attualmente in grado di stabilire con certezza se riuscirà a diventare il primo produttore mondiale di smartphone entro la fine del 2020. Lo ha dichiarato Zhao Ming, presidente di HONOR, nel corso di una conferenza stampa a Shangai nella notte di venerdì.

Dopo l’ordine esecutivo con cui un paio di settimane fa l’amministrazione Trump ha vietato la vendita di software e tecnologie americane a Huawei, la situazione si è evoluta rapidamente, con numerose compagnie USA che hanno interrotto i loro rapporti con il colosso cinese.

Secondo quanto riporta il South China Morning Post, Foxconn avrebbe fermato alcune linee produttive dedicate all’assemblaggio di smartphone Huawei, in seguito alla riduzione degli ordini relativi ai nuovi smartphone. La fonte dell’informazione, che ha chiesto di rimanere anonima, non è però in grado di stabilire se si tratta di una riduzione temporanea degli ordini o se invece sia una situazione destinata a prolungarsi nel tempo.

Nel frattempo Huawei non se ne sta con le mani in mano e dopo aver avviato una causa legale contro il governo USA, dichiarando incostituzionale la messa al bando, sta prendendo alcune drastiche misure per proteggere i propri interessi. Nei giorni scorsi i dipendenti statunitensi impiegati nel centro di Ricerca & Sviluppo sono stati rispediti a casa e tutti gli impiegati cinesi hanno ricevuto l’ordine di limitare al minimo le conversazioni con i visitatori stranieri e di interrompere immediatamente qualsiasi meeting tecnico con i propri contatti negli USA.

Saranno Samsung e Apple i primi beneficiari della situazione, secondo quanto afferma un report pubblicato da Ming-Chi Kuo, analista di TF International Securities. La compagnia sud coreana potrebbe raggiungere i 320 milioni di smartphone venduti nel 2019, mentre Apple potrebbe assorbire le prevedibili perdite sul mercato cinese tornando a raggiungere i 200 milioni.

Huawei potrebbe osservare un calo di 8-10 milioni di smartphone al mese se non sarà in grado di lanciare un proprio sistema operativo, e raggiungendo a fatica i 200 milioni di smartphone spediti, contro le previsioni iniziali di circa 270 milioni, se non riuscirà a trovare una valida alternativa alla coppia Android – Google Mobile Services.

Il problema più grande che dovrà essere affrontato da Huawei sarà la perdita di fiducia nel brand da parte degli utenti, secondo quanto afferma Kuo. Anche una eventuale cancellazione del ban da parte degli USA potrebbe non far cambiare la percezione ai potenziali acquirenti internazionali, “scottati” dall’esperienza attuale.

Per evitare il ripetersi di simili situazioni, la Cina starebbe accelerando lo sviluppo di una catena di fornitori interamente basata su compagnie locali, qualsiasi sia l’evoluzione della situazione attuale. Kuo termina la propria analisi affermando che anche lo sviluppo del 5G, così come altre tecnologie legate agli smartphone, subiranno un notevole rallentamento a causa della situazione, visto che Huawei è una delle compagnie che investe maggiormente in ricerca e sviluppo.

Per rimanere aggiornati sulla situazione legata alla messa al bando di Huawei negli USA vi invitiamo a consultare la nostra pagina speciale che riassume la situazione e tutti gli sviluppi che si sono succeduti negli ultimi giorni.

[Aggiornamento]

Huawei ha rilasciato un comunicato ufficiale che vi riportiamo di seguito:

Recenti report stanno diffondendo la notizia secondo cui Huawei starebbe tagliando la produzione di smartphone il seguito all’inserimento nella Entity List del Dipartimento del Commercio USA. È vero?

Huawei nega questa affermazione. I nostri livelli di produzione sono normali, senza alcuna variazione di rilievo in entrambe le direzioni.