Il Commissario Europeo per la concorrenza Margreth Vestager ha voluto spiegare le motivazioni  che l’hanno portata al procedimento contro Google, accusata di abuso di posizione dominante. Il colosso di Mountain View, secondo le accuse, avrebbe rallentato l’innovazione, obbligando produttori e operatori a installare le applicazioni Google invece di quelle di terze parti.

“A volte la gente mi chiede come possiamo accusare Google di rallentare l’innovazione quando è tra le società che hanno portato maggiori innovazioni nel settore. Chiunque ricordi come funzionavano le ricerche in Internet prima dell’avvento di Google sa che Google vanta un numero incredibile di innovazioni, ma questo non le dà il diritto di rallentare l’innovazione in futuro.”

“Gli innovatori hanno bisogno di regole”, questo è il mantra della Commissione Europea, che vuole che i leader del mercato non abbiano la possibilità di abusare della loro posizione. Secondo Vestager le regole devono essere flessibili e non possono stabilire a priori cos’è giusto e cos’è sbagliato. La politica adottata nei confronti di Google rispecchia la posizione tenuta nei casi di contenziosi sulle infrazioni di brevetti :

“I possessori di brevetti essenziali devono condividere la loro tecnologia a condizioni eque per non danneggiare la concorrenza. Possono ricorrere ai tribunali per far valere i loro diritti ma non possono utilizzarli come ricatto per ottenere accordi più vantaggiosi.”

Quello dell’innovazione e del possibile rallentamento sembra essere un punto fermo della politica di Vestager e dell’attuale Commissione Europea, accusata di basare molte delle sue decisioni su “timori” piuttosto che su fatti reali, come nei tanti casi di richiesta di fusione degli operatori mobili.

È giusto limitare i leader di mercato ed impedire che possano sfruttare la loro posizione per ottenere dei vantaggi? Permettere a produttori e operatori di preinstallare le loro applicazioni migliorerà realmente la competizione? Fateci sapere le vostre opinioni attraverso il box dei commenti.

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