Il rischio concreto di veder banditi i prodotti HTC dagli Stati Uniti, dove la compagnia taiwanese detiene un terzo del mercato di smartphone Android, ha spinto Google e T-Mobile ad intervenire e spezzare una lancia in favore di HTC. Nello scontro che vede contrapposte HTC ed Apple si insinua il pubblico interesse che va a sovrapporsi e, forse, a pesare maggiormente delle questioni legali portate avanti così zelantemente da Apple. Così come già accaduto nel caso Samsung vs Apple, sono le compagnie telefoniche ad intervenire in favore dei produttori Android: la rimozione dal mercato di un’alternativa fortemente voluta dagli utenti e promossa dalle compagnie in quanto capace di adattarsi alle esigenze dei consumatori e di porsi sulla cresta dell’onda dell’innovazione sarebbe un danno economico non indifferente, oltre che una perdita di libertà per i clienti delle compagnie telefoniche. Per quanto HTC possa aver infranto brevetti relativi all’hardware e al design di Apple, T-Mobile fa notare che non c’è una reale alternativa a quanto HTC offre. La proposta di Apple di “passare a iOS, Windows Phone o BlackBerry” non è concepibile, perchè nessuno di questi sistemi operativi offre connettività 4G avanzata, harware cutting-edge e software personalizzabile in base alle esigenze sia del consumatore che dell’operatore che vende il telefono. Qui entra in gioco il discorso di Google: la rimozione dal mercato di prodotti Android è richiesta da Apple perchè questa cerca di raggiungere il monopolio tramite i brevetti e non tramite la competizione sul mercato. L’offerta Android, non limitata alla sola fascia alta di dispositivi ma estesa in un range tra i 90 e i 700 euro, soddisfa le esigenze di qualunque consumatore e rende possibile l’accesso alla tecnologia anche a coloro che non possono permettersi i 600/700 euro di costo di un iPhone. Inoltre, Googele afferma che Android è “l’unica piattaforma mobile open“, affermazione discutibile in senso assoluto ma realistica alla luce del confronto con i concorrenti iOS, Windows Phone 7 e BlackBerry OS.

Google cerca dunque di adempiere alla promessa fatta di supportare e difendere Android ed i produttori partner, nell’ottica di una migliore gestione e di una migliore coordinazione nell’affrontare situazioni come quella di HTC. L’affermazione circa l’essere open di Android è però contestabile: il rilascio di Honeycomb è avvenuto ormai mesi fa, ma del codice sorgente ancora non c’è traccia. Se però c’è una cosa su cui Mountain View ha ragione, è l’attacco contro il tentativo di Apple di sbarazzarsi della concorrenza nelle aule di tribunale piuttosto che tramite le vendite: “Apple is the largest seller of mobile computing devices in the U.S. […] Allowing this supplier to eliminate the competition from a fast-moving, maverick competitor (HTC) could drive up prices, diminish service, decrease consumers’ access to the technology, and reduce innovation.” – tradotto, “Apple è il più grande venditore di dispositivi mobile negli Stati Uniti, e permettere a questa compagnia di eliminare la competizione di un competitor così particolare e che si muove rapidamente [nell’innovare e proporre nuovi prodotti, NdR] potrebbe portare ad un aumento dei prezzi, ad una diminuzione dei servizi, ad un minore accesso dei clienti alla tecnologia e ad una riduzione nell’innovazione”. Discorso perfettamente calzante con l’attuale realtà: la presentazione di iPhone 4S ha, secondo moltissimi, segnato l’avvenuto sorpasso di Android su Apple che non è riuscita ad innovare quanto tutti si aspettavano.