Alcune modifiche apportate alla Google Developer Console fanno pensare che sia imminente la disponibilità di Google Play Store, il negozio di applicazioni di Big G, in sei nuovi Paesi dove attualmente non sono presenti. Oltre a Cuba, Iran, Macao, Myanmar e Sudan, il nome che desta maggiore interesse è quello della Cina.

Sembra dunque che il Paese asiatico, noto per le sue norme molto restrittive, stia nuovamente aprendo a Google, tanto che il sito greatwallofchina, che permette di sapere se un sito è visibile o meno in Cina, indica che il sito play.google.com è accessibile nel Paese.

A beneficiare di queste nuove aperture, in particolare quella cinese, saranno indubbiamente gli sviluppatori ma anche gli utenti finali. I primi infatti potranno contare su un immenso bacino di utenti che potranno scaricare le loro applicazioni, opportunamente tradotte e adattate al cinese, con un ritorno economico tutt’altro che trascurabile.

Gli utenti finali beneficeranno della possibilità di acquistare smartphone dotati nativamente del supporto a GooglePlay Store e a tutti gli altri servizi Google, senza che sia necessario ricorrere ad interventi manuali o al lavoro degli importatori, come accade, ad esempio, con gli smartphone Xiaomi dotati della versione cinese del firmware.

L’arrivo del Play Store in Cina potrebbe segnare una marcata riduzione del malware per Android, proveniente soprattutto da app store di terze parti poco controllati. Le nuove norme di Google dovrebbero ridurre drasticamente il fenomeno, anche se bisognerà capire se gli utenti cinesi si affideranno all’app store del colosso di Mountain View o se preferiranno continuare a utilizzare le fonti locali.