I nuovi smartphone di Google, presentati lo scorso martedì, segnano il debutto del chipset Snapdragon 821 negli Stati Uniti, dove gli utenti si aspettano dei miglioramenti rispetto allo Snapdragon 820 che equipaggia, ad esempio, Samsung Galaxy S7 e S7 edge. I primi risultati forniti da Geekbench, dove Google Pixel ha ottenuto 1648 punti in single core e 4121 punti in multi core, non sembrano entusiasmanti, soprattutto se confrontati con quelli ottenuti dallo Snapdragon 820, molto, forse troppo simili.

Trattandosi di una versione migliorata del chipset precedente, era logico attendersi un miglioramento minimo dal punto di vista della potenza pura, mentre è lecito attendersi significativi miglioramenti dal punto di vista della gestione energetica e, secondo alcuni, del contenimento delle temperature. Sembra infatti che lo Snapdragon 820 abbia la tendenza a scaldare, non in maniera eccessiva però, anche durante operazioni quotidiane, come la navigazione o l’invio di semplici messaggi di testo.

Lo Snapdragon 821, che equipaggia Google Pixel e Google Pixel XL, dovrebbe risolvere questi piccoli inconvenienti e migliorare drasticamente l’autonomia del sistema. Non sarà difficile avere un riscontro immediato visto che Google Pixel XL utilizza una batteria con la stessa capacità di Huawei Nexus 6P, che ricordiamo utilizza uno Snapdragon 810, ma dispone di un chipset che dovrebbe avere, a detta di Qualcomm, un’efficienza energetica doppia.

Questo potrebbe essere il pregio maggiore dei nuovi Pixel, visto che i benchmark forniscono solo un’indicazione della potenza e non offrono un riscontro oggettivo sull’utilizzo quotidiano dello smartphone, né tanto meno sulla loro efficienza energetica.