La fase, ad esempio, della scelta del materiale del tasto di accensione è stata discussa a lungo:

Il team è stato attento a non scegliere qualcosa di troppo ruvido, considerando anche l’inutilità di selezionare qualcosa di troppo liscio. Dopo aver attraversato diverse iterazioni che includevano linee diagonali e triangoli disposti in diversi modelli, Google ha deciso per il motivo a griglia.

Un particolare che ha fatto storcere a tutti il naso inizialmente, tuttavia, è stata “la finestra” in vetro nella parte posteriore della scocca: l’effetto giallastro delle colorazioni blu e bianco è stato ricercato attraverso l’aggiunta di un sottile foglio di pellicola.

Sotto il vetro delle versioni blu e argento dei Pixel è presente un film sottile che riflette la luce con una tinta gialla morbido. Chiamato effetto dicroico, è simile a quella naturale lucentezza multicolore delle bolle di sapone.

Anche le scelte più strane, sembrano essere state prese con grande cura come ad esempio la maggiore ruvidezza della versione nera:

A differenza della sensazione satinata sul blu e argento, la scocca del Pixel nero è più ruvida. La ragione, ancora una volta, è stata puramente estetica.

Ah, la scelta del terzo colore, Really Blue, è stata presa in base ai feedback di un focus group creato appositamente: infatti, sono stati proposti numerosi colori come un emerald green, dusty purple, baby blue, deep yellow ed altri.

Immaginatevi un Google Pixel viola! NdR

Se siete curiosi di leggere l’intera storia vi rimandiamo all’approfondimento, molto interessante, dei colleghi di CNET.