La frammentazione è un problema esclusivo di Android? La risposta è no. Android non è l’unica piattaforma a subire il problema della frammentazione, poichè anche alcuni concorrenti che tanto cercano di affossare i prodotti con il robottino verde e l’ecosistema in sé soffrono dello stesso problema. Uno di quelli da cui non ci si aspetterebbe mai una “fine” del genere è Windows Phone 7 di Microsoft. Perchè? Perchè Microsoft ha più volte ribadito che la frammentazione di Android è “un male assoluto” e che questo porterà la piattaforma alla morte. Steve Ballmer in persona ha avuto modo di parlare dell’argomento dileggiando Google e Android. Come se non bastasse, Ballmer ha dichiarato che “diversamente da Google, se scrivi un’applicazione per Windows Phone 7, funzionerà su tutti gli smartphone Windows“.

Bene, questo è falso. Anche Microsoft deve fronteggiare la realtà. Il lancio recente dei primi smartphone Windows 7 economici, tra cui spicca il Nokia Lumia 610, ha portato con sè un po’ di trambusto a Redmond. Il Lumia 610, infatti, porta in dote solamente 256MB di RAM contro i canonici 512MB utilizzati da tutti gli altri smartphone: questo significa che ha delle limitazioni nel numero e nel tipo di applicazioni che possono essere eseguite, perchè lo spazio in memoria è ridotto rispetto a quello che finora è stato lo standard dei Windows Phone. Oltre a questo c’è anche il fatto che ha una piattaforma hardware complessivamente inferiore rispetto gli altri smartphone con lo stesso sistema operativo, ma questo influisce relativamente sul problema.

Problema che nasce nel momento in cui le applicazioni sono pensate per dispositivi con 512MB di RAM e non per altri con 256MB. Ciò significa che non tutte le applicazioni possono essere eseguite su tale modello, e fra queste troviamo l’ormai onnipresente Angry Birds assieme a Pro Evolution Soccer 2012, Piante contro Zombie, Assassin’s Creed e – ultimo ma non meno importante – Skype. Proprio quest’ultimo ricopre un ruolo centrale in questa disanima. Se “frammentazione” significa che non tutte le applicazioni possono essere eseguite su tutti gli smartphone allo stesso modo, allora Microsoft ha un grande problema di frammentazione. Tanto grande che un’applicazione creata dalla stessa Microsoft – Skype – non funziona sulla propria piattaforma.

Ed è curioso vedere come un’azienda che si è prodigata lungamente e alacremente per dimostrare che la sua piattaforma è migliore della concorrenza perchè si comporta diversamente ora si trovi a sguazzare nello stesso stagno (frammentato). Così come è curioso vedere che è inevitabile incorrere negli stessi problemi quando si gioca sullo stesso campo. Il tentativo di Microsoft di sfondare nel mercato degli smartphone di fascia bassa è destinato a fallire miseramente, se la compagnia non riesce neppure a garantire il corretto funzionamento di un’applicazione essenziale e largamente pubblicizzata come Skype, che oltretutto è stata sviluppata internamente alla compagnia.

Il problema sarà temporaneo per gli utenti, poiché applicazioni compatibili con gli smartphone meno potenti sono attualmente in sviluppo; ciò comporta però un lavoro maggiore da parte degli sviluppatori, che alla fine era ciò che Microsoft attaccava. Tutto rientra nella normalità di Microsoft e delle sue sparate sui suoi stessi piedi – ricorda un po’ le uscite di Niklas Savander sulla stupidità degli schermi grandi con conseguente uscita del Nokia Lumia 900 con schermo da 4.3 pollici.

Non è certo buona pubblicità, per un’azienda ed una piattaforma finora di nicchia che hanno saputo finora solo denigrare i propri avversari mostrando l’assoluta perfezione della propria piattaforma. Ma d’altronde, per quanto Windows Phone sia un sistema operativo più che ottimo, è pur sempre sviluppato da Microsoft. È lì il vero problema.