Il titolo non è frutto di un errore di battitura: Canonical, l’azienda dietro lo sviluppo di Ubuntu, ha finalmente svelato i propri piani per portare il suo sistema operativo nel mondo mobile – e questi non prevedono che il sistema operativo venga adattato al funzionamento nativo su smartphone. Ciò che Canonical sta creando, infatti, è un sistema operativo per l’uso desktop dal proprio smartphone, ovvero un’interfaccia per Android da utilizzare qualora si utilizzi il proprio smartphone su uno schermo di grandi dimensioni (ad esempio, una televisione).

Ironicamente, il modello utilizzato per i test è stato un Motorola Atrix 2: ironicamente poichè tale modello è fra i pochi a disporre nativamente di un’interfaccia desktop chiamata Webtop. L’interfaccia di Ubuntu viene rivelata solo quando il dispositivo è connesso ad uno schermo esterno attraverso la porta HDMI integrata. Tutto ciò è possibile grazie ad una virtualizzazione dell’ambiente a livello del kernel; la versione di Android utilizzata da Canonical è la 2.3 Gingerbread.

Il sistema operativo presentato non arriverà mai, stando alle parole di Canonical, ad essere un sistema operativo completo per cellulari con un proprio hardware. I piani per il mercato mobile per l’azienda sudafricana si limitano a questa applicazione per Android, che è – tra le altre cose – in grado di far girare sia le proprie applicazioni sia le applicazioni installate sul telefono in un classico desktop come quello che tutti siamo abituati ad usare. Ciò significa che è possibile ricevere email, chiamate ed sms sul telefono e gestire il tutto dall’interfaccia di Ubuntu allo stesso modo con cui si gestiscono le operazioni su un desktop od un notebook.

C’è da dire che, purtroppo, la potenza di calcolo richiesta da questa “Ubuntu Mobile Desktop Edition” è notevole: i requisiti minimi sono un processore ARM dual core abbinato a 512MB di RAM. Purtroppo Canonical ha reso subito chiaro che questa nuova forma della creatura di Mark Shuttleworth non sarà open source come lo è invece il sistema operativo che tutti conosciamo, poichè si tratta di una applicazione destinata al mercato OEM: Canonical spera di ottenere accordi con i produttori di dispositivi perchè questi pre-installino Ubuntu sui propri dispositivi che dispongono di una porta HDMI. La scelta di non rendere open source il progetto ci amareggia, ma le scelte di Canonical degli ultimi anni stanno tendendo sempre più ad allontanarla dalla comunità e non possiamo – purtroppo! – dirci stupiti.