Quando Google ha annunciato mercoledì sera, nel corso del keynote che ha inaugurato il Google I/O 2017, l’arrivo di Android Go in molti hanno pensato a uno sdoppiamento del progetto Android One, nato alcuni anni fa ma che stenta tuttora a decollare a causa di diversi fattori.

Android One punta tutto sul rilascio continuo di aggiornamenti di sicurezza e per questo ha posto delle restrizioni ai partner che vogliono realizzare uno smartphone, con grosse limitazioni sui chipset e sui componenti hardware da utilizzare. Il mercato non sembra aver accolto positivamente queste limitazioni e i produttori non sono felici della situazione, visto che le vendite sono decisamente inferiori alle aspettative.

Lo spirito di Android Go è decisamente diverso e punta a fornire un’esperienza d’uso appagante anche su dispositivi di fascia bassa, qualunque hardware essi utilizzino. Anche gli smartphone che costano meno di 100 dollari potranno offrire prestazioni discrete pur senza disporre di una dotazione hardware da primo della classe.

Nel corso di una sessione di approfondimento tenutasi ieri però il leader del progetto Android One, Arpit Midha, ha commesso un lapsus affermando che Android One è stato lanciato negli Stati Uniti per coprire la fascia media del mercato. In realtà il lancio non è mai avvenuto anche se diverse indiscrezioni lo danno per imminente.

È dunque possibile che Google voglia puntare coprire ogni fascia del mercato con offerte diverse: Android Go per la fascia base, da utilizzare su smartphone con prestazioni ridotte e Android One per la fascia media del mercato, rivolta a utenti che vogliono un’esperienza stock e aggiornamenti costanti e non hanno esigenze di prestazioni particolari. Rimane ovviamente la versione classica di Android desinata a coprire tutto il mercato senza alcuna distinzione.