Gli smartphone sono ormai colmi di dati sensibili, tra conversazioni private, scambi di mail, annotazioni contenenti password o PIN di conti correnti, e chi più ne ha più ne metta. Risulta chiaro che la protezione dei dati dovrebbe essere l’obiettivo primario di ogni utente, ma vuoi per superficialità, vuoi per scarsa propensione alla tecnologia, non tutti riescono a centrare l’obiettivo e come sempre, ahinoi, c’è chi ne approfitta.

In tal senso emerge il caso di tre applicazioni distribuite sul Play Store tra cui Sonic, app in stile Telegram scaricata tra le 1000 e le 5000 volte prima che Google la bannasse grazie alla segnalazione di Lookout, azienda attiva nel campo della sicurezza mobile. Sonic era capace di qualsiasi cosa senza che l’utente se ne accorgesse, compresa la possibilità di attivare il microfono per ottenere delle vere e proprie intercettazioni ambientali.

Stesse funzioni occulte di Hulk Messenger e Troy Chat (nome che non ispira certo fiducia, ndr), prontamente rimosse dal Play Store. Ad ogni modo per rendere meglio l’idea di quanto sia necessario tenere alta la guardia ai giorni nostri, Lookout ha rilevato qualcosa come 4000 app diverse distribuite su store alternativi a quello ufficiale di Google che hanno messo a repentaglio la privacy degli utenti.