I problemi relativi alla privacy sono sempreverdi. Molto spesso provengono da fonti quasi insospettabili come il caso sollevato poche ore fa su The New York Times. In quella sede si segnala che un gran numero di giochi per smartphone, una volta scaricati e installati, riuscirebbe a tenere traccia di ciò che gli utenti vedono in TV tramite il microfono.

Giochi come “Beer Pong: Trickshot”, “Pool 3D”, o un videogame che è chiaramente per bambini come “Honey Quest” sarebbero dotati di un servizio di terze parti chiamato Alphonso Automated Content Recognition. Come suggerisce il nome, si tratterebbe di un software che, come indicato nelle relative descrizioni del Play Store, “receives short duration audio samples from the microphone on your device”.

Ecco spiegato come Alphonso riesce a identificare i segnali audio provenienti dalle nostre TV. Secondo quanto emerso, sarebbero oltre 250 i giochi presenti sul Google Play Store ad essere dotati di tale software, attivo perfino quando l’app rimane in background. Per farvi un’idea della diffusione del servizio provate a digitare “alphonso” sul campo di ricerca del Play Store.

A propria difesa l’amministratore delegato della start up in oggetto, Ashish Chordia, oltre a sottolineare che i consumatori hanno il diritto di rimuovere il software in qualsiasi momento, puntualizza che la presenza di Alphonso è segnalata in ogni descrizione dei giochi che ne dispongono.

Chordia prosegue precisando che il software non è abilitato a registrare la voce umana e funziona soltanto se l’utente darà il consenso all’app di utilizzare il microfono. Al momento di trattare la questione relativa ai giochi per minori, a suo dire esclusi dall’implementazione di Alphonso, le sue argomentazioni cominciano a traballare. Basti dare un’occhiata ad esempio a “Honey Quest” per comprendere i dubbi in proposito.

Comunque, valutando in linea di massima come valido quanto rivelato da Chordia , rimane però da evidenziare una certa realtà presente sotto gli occhi di tutti. Dal momento che anche le nuove tecnologie utilizzate nel commerciale si stanno spingendo con forza sempre maggiore verso l’utilizzo di “strategie smart” per uniformarsi ai desideri e alle preferenze del consumatore, diventa più che mai necessario per l’utenza intera prendere coscienza dei rischi e dei pericoli.

Per quanto per molti possa sembrare un problema da poco, rendere chiari e accessibili a tutti i retroscena e i cavilli di queste politiche commerciali è un punto capitale da cui non poter prescindere. Soltanto allora alle argomentazioni di Mr Chordia rimarrebbe poco da eccepire.