Quando si parla di fotografia con lo smartphone c’è un singolo messaggio sbagliato che continua a passare negli anni. C’è ancora la credenza che per fare belle foto si debba per forza spendere almeno 1000 Euro e portarsi a casa il super mega iper top gamma con più fotocamere che milliamperora di batteria.

Anch’io sono colpevole, faccio parte di quei strani tizi che girano per le città a fotografare qualsiasi cosa con lo smartphone per il semplice piacere di farlo. Sono colpevole perché l’ho sempre fatto con i famosi super camera phone ma quando ho avuto la possibilità di girare Polignano a Mare con Oppo Reno6 Pro lasciando a casa il Find X3 Pro, ho capito che è il caso di considerare anche gli smartphone sotto i 1000 Euro come ottime soluzioni per la smartphone photography.

Ho cambiato idea nel corso di un weekend tra Polignano, Monopoli e quei folli atleti di Red Bull che si son sfidati con una serie di tuffi estremi da altezze fino a 27 metri. Un weekend abbastanza movimentato che senza uno smartphone con adeguate capacità fotografiche non sarei mai riuscito a ricordare come volevo. Quello che cerco da un camera phone in viaggio non è tanto la perfezione tecnica della fotografia ma la sua capacità di raccogliere ricordi ed emozioni senza che farmi pensare troppo allo scatto, è molto più importante viverli i ricordi per averli impressi nella mente.

Oppo Reno6 Pro è stato un fedelissimo compagno di viaggio, non costerà quanto un Find X3 Pro ma è chiaramente uno smartphone da 799 Euro ben sopra la media. Ho apprezzato, e non poco, la durata della batteria che mi ha permesso di scattare per tutto il giorno senza aver paura di rimanere a secco. Tra le altre cose, nei momenti di pausa, giusto per mettere pace alle mie ansie da autonomia, ho sfruttato la ricarica rapida da 65 W che in poco più di 30 minuti ricarica da 0 a 100 la batteria da 4500 mAh.

Ci sono anche tante altre cose che ho apprezzato di Reno6 Pro durante il mio viaggio a Polignano, ho prezzato la leggibilità del display alla fortissima luce del sole dalla piattaforma Red Bull a 22 metri di altezza, ho apprezzato anche l’ergonomia e non ho mai avuto l’impressione che potesse scivolare via dalle mei mani e fare un discreto tuffo da 22 metri, io ero imbracato, lo smartphone no.

Quello che ho apprezzato di più però è il comparto fotografico di Oppo Reno6 Pro 5G, molto simile a quello di Oppo Find X3 Pro:

  • 50 megapixel, f/1.8, 24mm (grandangolare), 1/1.56″, 1.0µm, omnidirectional PDAF, con stabilizzazione ottica;
  • 13 megapixel, f/2.4, 52mm (tele-obiettivo), 1/3.4″, 1.0µm, PDAF, 2x con stabilizzazione ottica;
  • 16 megapixel, f/2.2, 123˚ (ultra-grandangolare), 1/3.09″, 1.0µm;
  • 2 megapixel, f/2.4, (macro);
  • Selfie camera da 32 megapixel, f/2.4, 26mm (grandangolare), 1/2.8″, 0.8µm.

Dal punto di vista tecnico, a questo set up fotografico non manca nulla e devo ammettere che anche dal punto di vista software mi sono trovato molto bene con una buona app fotocamera con un look semplice, minimalista ma allo stesso tempo ricca di personalizzazioni e cosa da non sottovalutare, ben funzionante. Non c’è praticamente latenza tra la pressione del tasto di scatto e l’acquisizione delle informazioni. Questo mi ha permesso di ottenere scatti come questo in basso, inutile specificare che tutte le immagini di questo pezzo sono state scattate con Oppo Reno6 Pro ed editate direttamente dallo smartphone.

Il tele-obiettivo da 13 Megapixel permette uno zoom 2x che può anche essere spinto oltre senza perdere qualità, questo mi ha permesso ti tirare fuori scatti molto ravvicinati ai vari atleti Red Bull durante le prove dei tuffi estremi, il tutto stando lontano e senza disturbarli negli allenamenti.

Allo stesso modo, sempre con il tele, mi son messo alla prova con po’ di street photography tra le strade di Monopoli, andando a raccogliere momenti di vita quotidiana di un piccolo paesino ricco di vitalità e rispetto delle proprie tradizioni. Sebbene mi ritenga un tipo abbastanza smaliziato tanto da chiedere uno scatto ad un passante, ad uno sconosciuto, ho preferito comunque non interrompere questo simpaticissimo artista di Monopoli alle pese con delle mandorle. Ammetto di aver avuto voglia di chiederne una manciata.

Mandorle a parte, ho notato una bella taratura cromatica restituita da Reno6 Pro. A dirla tutta, Polignano è così tanto scenografica che anche una lavatrice sarebbe in grado di raccogliere un ricordo piacevole ma mettendo da parte, non solo le mandorle e il mio eccesso di ironia, Reno6 Pro mi ha permesso di editare pochissimo questo scatto per renderlo perfetto da postare su Instagram.

I miei più grandi dubbi era legati al calar delle luci. In quel contesto lì un super camera phone mostra i muscoli, in particolare quando eseguiamo i soliti test per le nostre recensioni. Ecco, molti test sono dei casi limite, nella vita reale, quella di tutti i giorni, è molto più semplice trovare zone scure ma illuminate abbastanza per scattare immagini come questa.

Con mia enorme sorpresa, anche in condizioni veramente estreme come questo scatto con fuochi d’artificio, il Reno6 Pro si è dimostrato assolutamente in grado di portare a casa uno ricordo non solo d’impatto ma anche tecnicamente corretto. Il tutto grazie ad una modalità notte che non cade in facili eccessi andando a creare immagini troppo artificiali.

Sono tornato da Polignano non solo contentissimo per il terzo posto del nostro italianissimo Alessandro De Rose alla Red Bull Cliff Diving World Series ma anche estremamente soddisfatto da questo Reno6 Pro. Probabilmente il mio malsano interesse per la fotografia da smartphone mi poterà ancora oltre la soglia dei 1000 euro per il prossimo camera phone più accessoriato di sempre ma ho avuto l’ennesima conferma che non c’è bisogno di andare troppo oltre per portarsi a casa dei ricordi di qualità.

Il nostro Mikhael nelle sue recensioni e nei vari test continua a farci capire che le differenze tra uno smartphone e l’altro si stanno riducendo sempre di più, non posso che confermare. Se Oppo Reno6 Pro ha soddisfatto un purista perfezionista come me, direi che non è il caso di farsi troppe paranoie. Si può avere un tipo di esperienza fotografica top senza dover per forza pagare il biglietto d’accesso per il super flagship.

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