È un mercato in continua espansione quello dei processori. D’altronde il florido mercato degli smartphone e le evoluzioni tecnologiche future in ottica smart richiedono potenze di calcolo, quindi la battaglia per accaparrarsi una fetta di torta è comprensibilmente serrata.

Samsung, che produce SoC sia per sé che per Apple e Qualcomm, è uno degli attori più importanti. È notizia recente che il brand ha investito su una nuova linea produttiva a Hwaseong dotata delle più avanzate tecnologie produttive per i 7 nanometri, battendo anche il concorrente taiwanese TSMC che era al lavoro da un lasso di tempo maggiore.

E nonostante il nuovo impianto ancora non sia stato inaugurato (lo sarà venerdì), Samsung ha annunciato un accordo con Qualcomm bruciando, una volta di più, le ambizioni di TSMC. Evidentemente il chipmaker americano, memore della pessima figura rimediata con l’indomabile Snapdragon 810 prodotto proprio da TSMC, ha ritenuto maggiori le garanzie offerte da Samsung, che per il processo produttivo a 7 nanometri sfrutterà la litografia a raggi ultravioletti EUV.

Questa sostituirà il precedente processo FinFET, ancora in uso nella produzione a 7 nm pensata da TSMC. Secondo Samsung l’ulteriore miniaturizzazione dei 7LPP EUV, rispetto alla tecnologia FinFET a 10 nm, consentirà una maggior semplicità costruttiva unita ad un incremento delle performance del 10% e soprattutto ad un calo nelle richieste energetiche del 35%. Inoltre un processore più piccolo consentirà ai produttori di stipare batterie più capienti in smartphone più sottili.

Samsung prevede di iniziare la produzione in serie dei nuovi chip il prossimo anno. Probabile, a questo punto, che Snapdragon 855 e più in genere i chip 5G di Qualcomm si avvarranno delle tecnologie Samsung più avanzate.

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