Non ci sta, Samsung, a “regalare” quote di mercato nella fascia media ai diversi produttori cinesi che a ritmi serrati lanciano prodotti validi dai prezzi intriganti. Proprio quest’ultimo aspetto è il principale tallone d’Achille dei medio gamma sud coreani, come quelli della famiglia Galaxy A.

Per vendere più dispositivi è necessario limare i listini, e di conseguenza tagliare i costi di produzione. In Samsung sembrano avere le idee chiare su come raggiungere l’obiettivo: rinunciando ai display AMOLED, più belli da vedere ma anche (e soprattutto) più costosi delle controparti LCD.

Il passaggio, nell’era in cui il notch rappresenta il “vecchio” ed il nuovo arriva dalla fotocamera immersa nello schermo, avrà almeno una conseguenza: l’area attiva del display Infinity-O, già presentato, “erosa” dal sensore frontale sarà maggiore rispetto a quella a cui rinunceranno dispositivi più costosi come i Galaxy S10, dotati di AMOLED.

Questo perché la retroilluminazione del pannello, assente su questi ultimi e necessaria agli LCD IPS, non consente di far meglio, almeno allo stato attuale della tecnologia. Ciò che riserverà il futuro è ancora avvolto dal mistero, ma nei prossimi mesi avremo quasi sicuramente dei Samsung Galaxy più economici che in passato.