Sembra non avere fine l’incubo Galaxy Note 7, il phablet realizzato da Samsung e ritirato dal mercato per le sue tendenze “esplosive“; dopo le previsioni di grosse perdite finanziare e le cause di queste combustioni che ancora mancano all’appello, la situazione per Samsung potrebbe peggiorare ancora, per quanto possibile.

Secondo un nuovo report, infatti, Samsung non avrebbe seguito la pratica standard di testare le batterie presso uno dei 28 laboratori certificati di CTIA per assicurarsi il rispetto degli standard richiesti dall’Institute of Electrical and Electronics Engineers (particolare che viene richiesto alle aziende che decidano di commercializzare uno smartphone, ad esempio, negli Stati Uniti): il colosso coreano avrebbe invece deciso di fare i test per conto proprio.

I test di CTIA prevedono prove per la batteria come singolo componente e anche nell’impiego di alimentazione del dispositivo, atte a testare il corretto funzionamento del componente, anche in condizione di stress come quelle relative ad un surriscaldamento. Samsung è al momento l’unico colosso tecnologico ad effettuare per conto proprio i test per la certificazione CTIA, test nei quali – a quanto pare – il dispositivo non avrebbe presentato alcun malfunzionamento.

Nel frattempo anche la Corea del Sud ha dato il via alle proprie indagini separate per cercare di fare chiarezza sull’accaduto, cercando di scoprire la causa delle esplosioni; per questo Samsung ha fornito 5 unità di Galaxy Note 7 coinvolte nelle combustioni spontanee al Korea Testing Laboratory, dove verranno esaminate nel tentativo di capire cosa abbia dato il via alla combustione stessa.

Samsung ha comunque confermato come non starà seduta in disparte attendendo qualche risultato, ma di aver già mobilitato tutte le proprie risorse affinché le cause vengano chiarite nel più breve tempo possibile.

Intanto in casa Samsung il clima non è di certo tranquillo, con molti posti di lavoro pronti a saltare (o che sono già saltati); licenziamenti importanti (12000 operai nel 2016) anche per l’affiliata Samsung SDI, che si occupa proprio della produzione di batterie, mentre Samsung Electronics vede una diminuzione della forza lavoro pari a 3579 impiegati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.