Interviene anche Samsung nella questione legata al disegno di legge 615, che punta a contrastare l’obsolescenza programmata. Il disegno, se venisse approvato nella sua forma attuale, aumenterebbe a 5 anni la garanzia di conformità per i prodotti di piccole dimensioni e a 10 anni quella per i dispositivi di grandi dimensioni.

Va comunque fatta una premessa, per evitare qualsiasi fraintendimento: parliamo di garanzia legale di conformità, quella formula imposta dall’Unione Europea che in sostanza dà agli acquirenti due anni di tempo (secondo le norme attuali) per accorgersi di eventuali difetti di conformità.

Questo non significa che copra un qualsiasi guasto: avete semplicemente due anni di tempo per scoprire che, ad esempio, lo smartphone che avete acquistato non ha 4 GB di RAM ma 3, o che non fa le foto a colori ma solo in bianco e nero. vale anche nel caso abbiate chiesto uno smartphone resistente all’acqua ma il venditore vi abbia venduto un modello senza certificazione IP. E avete due mesi di tempo per segnalarlo al venditore, unico soggetto che risponde nel caso di garanzia di conformità, visto che il produttore non è coinvolto.

Detto questo torniamo alla questione di Samsung, secondo cui una simile legge porterebbe a un inevitabile aumento dei prezzi di vendita, a svantaggio dei consumatori che si troverebbero a pagare di più per lo stesso prodotto. Il decreto prevede anche che i produttori, stavolta proprio loro, garantiscano la disponibilità delle parti di ricambio dal prezzo superiore ai 60 euro per almeno sette anni, dopo la cessazione della produzione, per cinque anni per i pezzi dal costo inferiore ai 60 euro e di due anni per le parti estetiche.

Anche in questo caso il colosso sud coreano ammonisce il legislatore, visto che i produttori andrebbero incontro a maggiori spese per l’incremento dei pezzi di ricambio giacenti in magazzino (con il rischio di doverli buttare in caso di inutilizzo).

Samsung non critica l’adozione di nuove regole, che ritiene indispensabili per garantire la massima chiarezza nei confronti degli acquirenti, ma chiede che le nuove regole siano precise ed equilibrate, e che le eventuali sanzioni scattino solo nel caso in cui venga inequivocabilmente dimostrata la volontà di danneggiare il bene. L’onere delle prove e delle relative perizie tecniche dovrebbe essere, secondo Samsung, a carico del consumatore.

C’è poca chiarezza anche in merito alle responsabilità penali che sarebbero introdotte dal disegno di legge e che andrebbero a collidere con i poteri dell’Antitrust in materia, e per questo la nuova legge non deve avere punti bui o conflitti, per evitare che risulti più dannosa che utile.

Potete consultare il testo completo del disegno di legge sul sito del Senato della Repubblica, a questo indirizzo.