Avere l’ultimo software disponibile non è un “bisogno” giustificabile esclusivamente con le smanie di provare le modifiche introdotte sull’ultima versione, è ovvio. Un telefono sempre fresco, aggiornato, solitamente dispone delle ultime patch di sicurezza di Google e/o delle correzioni più recenti alla UI che causano instabilità o, peggio, spalancano le porte ai malintenzionati.

Purtroppo però l’installazione del software richiede una quantità di tempo che non è direttamente proporzionale alla sua dimensione in megabyte, tempo di cui il proprietario del telefono in certi frangenti può non disporre. Google nei mesi passati ha mostrato di avere a cuore la vicenda ideando una procedura che rimpiazza i file del sistema operativo con i nuovi aggiornati mentre il telefono è operativo.

L’utente non si accorge di nulla: avviene tutto in background, poi sarà richiesto di eseguire un comune riavvio. Semplice e veloce. Tuttavia diversi produttori, Samsung inclusa, non hanno ancora implementato la trovata di Google e, come sottolineato dai colleghi di androidpolice.com, accade che il recentissimo Samsung Galaxy S9+ sia rimasto spento cinque minuti circa per installare un aggiornamento da 250 MB.

Le ragioni per cui la novità fatica ad attecchire nei produttori sono principalmente due. La prima è da attribuire al fatto che, per scongiurare catastrofi, sostanzialmente vengono create due copie identiche del sistema operativo: una è interessata dall’aggiornamento, l’altra consente di utilizzare lo smartphone mentre avviene il tutto e viene eliminata quando il processo si è concluso con successo. Ciò richiede una grande disponibilità di memoria libera, che non sempre gli utenti possiedono.

La seconda ragione è legata al produttore, che in un certo senso dovrebbe adeguare le partizioni di Android. Farlo per un elevato numero di smartphone richiede tempo e risorse, e non tutti sono disposti ad impiegarli. A Samsung le ultime non mancano di certo e neanche il primo, essendo trascorso più di un anno dall’annuncio di Google. Ad oggi però nulla è cambiato.

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