Un altro colosso americano finisce sotto esame da parte della Commissione Europea, che ultimamente sta prendendo di mira molte società statunitensi colpevoli di comportamenti scorretti. Dopo Google è la volta di Qualcomm, famosissimo chipmaker californiano che ha già dovuto affrontare grane legali in Cina.

Pochi mesi fa infatti la National Development and Reform Commission cinese aveva avviato un’indagine per pratiche monopolistiche e la società di San Diego aveva preferito pagare una multa di 975 milioni di dollari per evitare ulteriori indagini. Ora tocca alla Commissione Europea farsi avanti per cercare di trovare qualcosa di illegale nelle pratiche commerciali di Qualcomm.

La prima indagine avrà lo scopo di chiarire se il chipmaker ha in qualche modo “forzato” i produttori di smartphone ad adottare i propri chip, in particolare con incentivi economici. La seconda indagine si concentrerà sul fatto che Qualcomm possa aver venduto sottocosto i propri chip 3G, impedendo alla concorrenza di essere competitiva.

In merito alla questione Qualcomm ha immediatamente rilasciato un breve comunicato stampa volto a chiarire la propria posizione in merito all’indagine in corso.

“Siamo stati informati dell’inizio di due indagini da parte della Commissione Europea nei nostri confronti, relative alla vendita di chipset per dispositivi mobili. Queste procedure permetteranno agli investigatori di raccogliere le informazioni necessarie ma non rappresentano in alcun modo un’accusa di colpevolezza nei confronti della Compagnia. Anche se siamo contrariati per l’accaduto, continueremo a collaborare con la Commissione e siamo certi che ogni accusa rivoltaci sia infondata.”

Qualcomm rischia, in caso di colpevolezza, una multa che potrebbe arrivare al 10% del proprio fatturato annuale oltre ad una completa revisione del proprio modello di business.

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