In un momento storico in cui ogni smartphone è la copia di un altro i cinesi di OPPO hanno dimostrato che si può ancora stupire, e meritano dei complimenti. Che se ne condividano le soluzioni estetiche o magari l’approccio, l’azienda ha avuto il coraggio di tentare una strada diversa, personale, originale. OPPO Find X è certamente tra i prodotti più sorprendenti visti finora.

È apparso da subito altrettanto indiscutibile che una progettazione di questo tipo avrebbe richiesto notevoli sforzi progettuali. E così è stato: in MyFixGuide hanno ottenuto un Find X da smontare per indagare sulle soluzioni ingegneristiche seguite.

Il compito di far apparire alla bisogna il kit fotocamere (anteriore e posteriore) dalla cornice superiore dello smartphone è affidato ad una “struttura periscopica a doppio binario” comandata in maniera fine da un motorino. Non mancano dei cuscinetti per fluidificare il movimento e renderlo il più possibile privo di attriti.

A differenziare OPPO Find X dalla concorrenza c’è anche un sistema di riconoscimento del volto pressoché identico nel principio a quello di iPhone X, ma evoluto dal punto di vista tecnologico. Un piccolo prodigio, considerato che è il primo esponente del mondo Android a vantare un sistema simile.

I dettagli più tecnici del teardown li trovate seguendo la fonte in basso

Anche i LED a infrarossi ed i vari sensori funzionali al buon esito del riconoscimento sono stati messi a nudo dal teardown, così come la fotocamera posteriore – alloggiata nella stessa slitta di quella frontale – che tuttavia non presenta nulla di particolarmente affascinante. Ma questa è una caratteristica che lasciamo allo smartphone nel suo complesso.

Vai a: OPPO Find X è ufficiale: niente notch ma fotocamere a scomparsa