OnePlus è a tutti gli effetti diventata una realtà affermata nel mondo degli smartphone, arrivata oramai al terzo dispositivo – OnePlus X -, e ancora fedele ad alcuni aspetti che sembrano ormai caratterizzarla (come il sistema ad inviti).

VentureBeat ha ben pensato di intervistare Carl Pei, cofondatore di OnePlus, per proporgli alcune delle domande che molti utenti si stanno facendo.

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Si parte con OnePlus X (qui la nostra video-recensione), il nuovo prodotto marchiato OnePlus con caratteristiche tecniche più contenute ma con alcune caratteristiche di design davvero interessanti; Pei ammette che questo dispositivo è stato pensato per un mercato differente, indirizzato all’utenza generalista (più interessata al design, alle dimensioni che alla scheda tecnica). Allo stesso tempo, però, quelli di OnePlus non considerano lo smartphone come un dispositivo di fascia medio bassa, dato un ottimo rapporto qualità-prezzo, e la scelta di un processore differente da quello che si vede solitamente nei device di tale fascia.

In molti si sono poi chiesti il perché del lancio di due dispositivi in breve tempo (OnePlus 2 e OnePlus X) sempre con il sistema ad inviti, già limitante di per se (e con il rischio che gli inviti si andassero a dividere tra i due, rendendo l’accessibilità ancora più limitata). Carl Pei ha però affermato come OnePlus X fosse già in programma per un lancio pre-Natale, mentre sarebbe stato OnePlus 2 a cambiare le tempistiche: invece di 10 mesi di sviluppo (la norma per un dispositivo), il nuovo top di OnePlus ne avrebbe richiesti ben 15, facendolo così ritardare di oltre un trimestre.

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Pei ha poi toccato l’argomento ad inviti, così a cuore per molti utenti; alla domanda di una possibile “produzione sulla domanda”, Pei ha precisato che i loro calcoli vengono fatti da qui a 3 mesi, nel senso che oggi dovranno sapere quanti device produrre ed avere disponibili tra 3 mesi. Il sistema ad inviti è quindi una gran comodità per la gestione della produzione, oltre che nella gestione dell’inventario.

Il sistema ad inviti avrebbe funzionato così bene che di OnePlus One non sarebbe restata nemmeno una unità in magazzino (si intendono unità complete e montate, mentre sono stati avanzati alcuni componenti, rivenduti poi sul mercato). Nel frattempo, però, quelli di OnePlus sperano di riuscire ad aprire delle finestre di vendita libera per i suoi due lavori, in tempo più breve di quello che tutti abbiamo visto per OnePlus One (ad esempio per OnePlus X dovrebbero aprirsi delle finestre orarie settimanali di vendita dai primi di Dicembre).

L’azienda sarebbe perfettamente a conoscenza dell’insofferenza dell’utenza nei confronti degli inviti, ma parlando di business industriale realistico, tale sistema non verrà abbandonato se non prima di qualche anno. Il rischio in tali attività di impresa è oggettivamente alto, e la situazione di Sony e HTC (presi come esempio proprio da Pei) non può far altro che far paura.

Carl Pei ha poi parlato anche del motto dell’azienda “Never Settle”, con l’obiettivo di avere il massimo dai nostri soldi; Pei ha affermato come “Never Settle” non significhi “includi tutto”, in risposta a diverse critiche apparse online su OnePlus 2 (come ad esempio sulla mancanza dell’NFC): avere uno smartphone con tutto non significa che poi tutto funzioni bene. A proposito dell’NFC, Pei ha confermato come si sia trattato più che altro di un boom mediatico, ma che in realtà l’utenza sia ancora molto “fredda” riguardo a tale tecnologia (al momento usata davvero poco); quando tale funzionalità comincerà ad essere utilizzata veramente, quelli di OnePlus non mancheranno di fornirla ai propri smartphone e ai propri utenti.

Ma perché non implementare lo stesso un componente che costa davvero poco e occupa poco spazio? Pei è pronto a rispondere, visto che ci sarebbero al minimo altre 10 cose per cui varrebbe lo stesso discorso secondo il co-fondatore, e che sarebbe impossibile implementare tutto.

Altro argomento cardine è la batteria non removibile, odiata da diversi utenti; Pei ha però confermato quello che da tempo si sente riguardo questo argomento: una batteria removibile richiede infatti più spazio, lo sviluppo di contatti adatti, di sistemi di protezione, il tutto a sfavore anche del design. Prendendo in esempio lo OnePlus One, se avesse avuto una batteria removibile la capacità sarebbe stata limitata a 2700 mAh (a differenza dei 3100 mAh dello smartphone, a causa proprio di un maggior spazio richiesto).

Pei tocca anche l’argomento marketing e monetizzazione: visti i limitati margini di guadagno su ogni dispositivo (il che permette di mantenere bassi i prezzi) e la crescente realtà aziendale, OnePlus potrebbe subire alcune perdite quest’anno. L’obiettivo è quindi quello di formare una realtà solida, sia in campo hardware che software, e di crescere organicamente con i risultati, fino a che le dimensioni non permetteranno di incrementare i profitti (e l’arrivo di nuovi servizi, non meglio specificati).

Data la sola presenza online dell’azienda, Pei conferma anche il tentativo di accordarsi con alcuni distributori, anche se nulla è ancora certo e firmato; secondo Pei, se ti trovi nel negozio di qualcun’altro (e non dell’azienda) non hai il controllo della storia che ti verrà raccontata sul prodotto, e se trovi il prodotto nel mucchio con tanti altri, non potrai comprenderne le differenze.

Resta comunque la necessità, secondo Carl Pei, di incrementare il marketing del prodotto, in modo da far conoscere alla gente cosa vuol dire OnePlus e perché il prodotto è così buono.

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