Come tutti sapranno, OnePlus è un’azienda cinese che è stata tra le prime a introdurre la convinzione che si potesse avere un telefono con ottime performance a un prezzo contenuto. Con il lancio di One sembrava quindi avverarsi un sogno, quello di comprare un top di gamma a meno di 300€. Tuttavia, il sistema ad inviti ha provocato alcune polemiche, perché di fatto se non si aveva fortuna non si sarebbe potuto comprare il telefono.

Quest’anno il produttore ha fatto le cose in grande, lanciando OnePlus 2 e OnePlus X: il successore di One è il modello migliore, con 3 o 4 GB di RAM e soprattutto con lo Snapdragon 810, processore che ha causato non pochi problemi ad altri produttori. In questo caso, però, OnePlus ha proclamato di essere riuscita a domarlo.

Tuttavia, sembra che alcuni benchmark abbiano consentito di scoprire qual è stata la reale “ottimizzazione” operata su OnePlus 2. Come ben sapete, lo Snapdragon 810 è un processore octa-core con architettura big.LITTLE, ossia quattro core A-53 (meno potenti) per i compiti più leggeri, e quattro core A-57 (molto potenti) per le task più impegnative.

A quanto risulta, il processore mette raramente in funzione il cluster più potente, in modo da evitare il surriscaldamento. Così facendo, però le performance sono minori, tanto che si potrebbe paragonarle a quelle di un Motorola Moto G (che costa la metà).

Probabilmente qualche sviluppatore è già al lavoro per creare un kernel che migliori questa situazione (ovviamente in modo non ufficiale), ma non possiamo non sorprenderci di come OnePlus abbia gestito l’intera faccenda.

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