Continua la lunga intervista rilasciata da Carl Pei, co fondatore di OnePlus, a Mario Serrafero, editore capo di XDA. La prima parte dell’intervista aveva riassunto la storia della startup cinese e analizzato l’attuale situazione del mercato degli smartphone. Ora è la volta del software, con i suoi aggiornamenti, e degli schermi AMOLED di OnePlus 3.

Carl Pei inizia ringraziando Cyanogen, autrice del firmware di OnePlus One, lo smartphone di debutto della compagnia cinese che in questo modo è riuscita a farsi conoscere dal pubblico degli addetti ai lavori. La stessa Cyanogen ha tratto giovamento dalla collaborazione in quanto l’hardware di OnePlus One era di ottimo livello e ha contribuito ad esaltare le doti del software.

In seguito, grazie all’acquisizione di alcuni membri del team Paranoid Android, una delle custom ROM più conosciute nel panorama del modding, sono nati Oxygen OS per il mercato occidentale e Hydrogen OS per quello orientale. Ora è arrivata la piattaforma unificata che dovrebbe permettere uno sviluppo più rapido del software, come afferma Carl Pei, fiducioso della forma raggiunta dal team di sviluppo.

Per quanto riguarda Android 7.0 Nougat, Carl Pei afferma che il team è al lavoro per completare il porting del nuovo sistema operativo, sia su OnePlus 3 che su OnePlus 2, anche se per il momento gli sforzi sono concentrati soprattutto sull’ultimo flagship, cosa che crea qualche disappunto per i possessori del modello dello scorso anno. OnePlus non ha promesso una finestra di tempo per il rilascio dell’aggiornamento e per il momento non intende farlo per non deludere le aspettative degli utenti e sovraccaricare gli sviluppatori.

In merito alle critiche ricevute relativamente alla scarsa personalizzazione di Oxygen OS, che assomiglia tantissimo alla versione AOSP di Android, Carl Pei risponde che lo scopo di OnePlus non è quello stravolgere o modificare l’interfaccia di Android, anche se qualche esperimento viene fatto con le Community Builds. Il lavoro principale del team di sviluppo è volto a rendere più veloce e fluida l’esperienza d’uso con nuove animazioni o miglioramento delle funzioni già presenti in Android.

Ancora una volta Carl Pei cita Apple come fonte di ispirazione per puntare alla perfezione anche per quanto riguarda il software che deve essere curato fin nei minimi dettagli. Pete Lau, CEO di OnePlus, ha espressamente richiesto che la velocità di apertura delle applicazioni fosse aumentata per migliorare l’esperienza utente e il team sta cercando di soddisfare le sue richieste.

Mario Serrafero sposta quindi l’attenzione sulla scelta di utilizzare display AMOLED su OnePlus 3 che sembra aver messo in crisi la produzione a causa di una cronica carenza degli schermi sul mercato. La situazione è in via di miglioramento ma ancora una volta Carl Pei ammette le responsabilità del produttore cinese, che ha sottostimato l’impatto del nuovo flagship sul mercato e si è trovata con i magazzini letteralmente vuoti.

Quello che OnePlus chiama Optic AMOLED, e che inizialmente è stato criticato per la scelta dei colori corretta in seguito con un aggiornamento, è in realtà un display AMOLED al quale sono state apportate modifiche hardware e software per rendere ancora più elevata la sua qualità.

Anche la scelta di utilizzare un display PenTile è stata criticata perché avrebbe inficiato l’esperienza d’uso con i visori VR ma, come fa notare Carl Pei, pochissimi utenti utilizzano lo smartphone per la realtà virtuale. Tra qualche giorno arriverà la terza parte dell’intervista, incentrata proprio sul mercato della Realtà Virtuale, sulle fotocamere, sul futuro di Android e molto altro.

Continuate dunque a seguirci per conoscere fino in fondo il pensiero di OnePlus.