L’ente russo che si occupa del controllo del settore delle comunicazioni ha richiesto a Telegram la possibilità di avere accesso ad alcuni dei dati conservati nel suo database, minacciando in caso contrario il suo blocco.

Il fondatore Pavel Durov ha spiegato che le autorità russe vogliono essere messe nella possibilità di decifrare i messaggi degli utenti per poter così individuare e combattere i terroristi che utilizzano questo popolare servizio.

Pare infatti che siano numerosi i terroristi che sfruttano Telegram (e il suo potente sistema cifrato) per coordinare le loro azioni e ciò anche se il team del servizio abbia già provveduto a bloccare i presunti gruppi e canali vicini all’ISIS.

Quello della Russia potrebbe divenire un pericoloso precedente per Telegram: sono diversi, infatti, i Paesi che ambiscono ad ottenere il controllo sui messaggi che gli utenti di questo popolare servizio si scambiano quotidianamente (Stati Uniti e Iran, tanto per fare due esempi recenti).

Al momento Telegram non sembra intenzionata a cedere alle pressioni del governo russo e la risposta di Pavel Durov sui social è stata secca: “Se volete sconfiggere il terrorismo bloccando servizi o app, allora dovrete bloccare direttamente Internet”.

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