Gli assistenti vocali come Google Assistant, Apple Siri, Amazon Alexa e Microsoft Cortana sono sempre più comuni e, quindi, fanno parte della nostra vita quotidiana, essendo presenti in vari dispositivi, dagli smartphone agli smart speaker o in altri device “intelligenti”.

Un gruppo di ricercatori ha deciso di testare quanto di frequente possa capitare che questi assistenti si attivino per “errore”, registrando conversazioni che magari gli utenti avrebbero desiderato mantenere riservate.

La nostra privacy è davvero a rischio? A questa domanda hanno così provato a rispondere Daniel J. Dubois (Northeastern University), Roman Kolcun (Imperial College London), Anna Maria Mandalari (Imperial College London), Muhammad Talha Paracha (Northeastern University), David Choffnes (Northeastern University) e Hamed Haddadi (Imperial College London).

Ebbene, per testare il quantitativo di attivazioni non volute, il gruppo di ricercatori ha scelto i seguenti smart speaker:

  • Google Home Mini di prima generazione (parola chiave: OK / Ehi / Ciao Google)
  • Apple Homepod di prima generazione (parola chiave: Ehi, Siri)
  • Harman Kardon Invoke di Microsoft (parola chiave: Cortana)
  • 2 Amazon Echo Dot di seconda generazione (parola chiave: Alexa, Amazon, Echo, Computer)
  • 2 Amazon Echo Dot di terza generazione (parola chiave: Alexa, Amazon, Echo, Computer)

Questi dispositivi sono stati “provati” con 125 ore di contenuti Netflix (film o serie TV) di vario tipo, così da capire quali parole riescano ad attivarli e avviare la registrazione di una conversazione.

Gli smart speaker ci spiano?

Veniamo quindi ai risultati: innanzitutto non vi sono prove che gli smart speaker testati registrino le conversazioni costantemente. Stando al test, il tasso medio di attivazioni per dispositivo è compreso tra 1,5 e 19 volte al giorno.

Le attivazioni pare si verifichino soprattutto quando il quantitativo dei dialoghi è più elevato e nella maggior parte dei casi la durata dell’attivazione è di almeno 6 secondi, arrivando a volte ad oltre 20 secondi.

Potete trovare tutti i risultati di questo test sulla pagina dedicata a tale interessante esperimento, peraltro ancora in fase di evoluzione.