Non tutti sono ancora convinti della sicurezza inferiore degli sblocchi facciali degli smartphone rispetto ai sensori di impronte digitali e la prova di oggi fa capire perché: una stampante 3D e delle foto del soggetto prese da varie angolazioni bastano a riprodurre una testa con un volto sufficientemente aderente alla realtà da sbloccare vari smartphone.

I dispositivi testati sono stati Samsung Galaxy Note 8Samsung Galaxy S9, OnePlus 6, LG G7 ThinQ e iPhone X: naturalmente, l’unico che non si è fatto imbrogliare è stato lo smartphone della mela, per ovvi motivi. Il test infatti lascia un po’ il tempo che trova, dato che i dispositivi Android considerati utilizzato tutti e quattro uno sblocco facciale con riconoscimento in 2D, non in 3D come l’iPhone: il test sarebbe stato equo utilizzando smartphone come Huawei Mate 20 Pro e Xiaomi Mi 8 Explorer Edition, che pure integrano un riconoscimento tridimensionale. Inoltre, i due Galaxy possiedono anche lo sblocco tramite lettura dell’iride, metodo ancora più sicuro rispetto anche alla scansione del volto 3D: infatti, provando con solo questo tipo di riconoscimento attivo, i due smartphone non si sono sbloccati dinanzi alla testa finta.

Per il test è stato anche messo alla prova un computer con Windows Hello, che si è comportato benissimo, al pari di iPhone X e del riconoscimento dell’iride dei Galaxy.